Rende, Manna e il civismo da estirpare

Fonte: Libera Rende

In un “curioso” articolo uscito su una testata locale (scusate ma non rammento il nome) si prospettava la possibilità di esportare il modello politico costruito da Manna e dal suo movimento, quasi come se fosse un progetto rivoluzionario o in qualche modo visionario; tant’è che l’autore dello scritto si addentra  in una spericolata comparazione e analisi, quasi come se parlasse di Trockij o Lenin.

Lo scritto, seppur infuso di un profondo spirito bolscevico, prova tuttavia a dare una ragione “politica”all’operato degl’ultimi anni amministrativi rendesi, ma il tentativo onestamente appare superficiale e privo di contenuti comparativi che possano in qualche modo dare ragionevolezza a quanto affermato; in più il macchinoso meccanismo di definire civico qualcosa che è più un compromesso opportunistico fa ricadere il tutto, in quel che modi definiscono come la classica “leccata”che provoca gravi usure alla lingua.

Ovviamente ognuno è libero di dispensare le analisi politiche che vuole, difatti lo faremo anche noi nell’ambito delle nostre competenze, tralasciando le ultime vicende giudiziarie che renderebbero l’analisi meno asettica e più confutabile dal punto di vista politico.

Il civismo politico, seppur attenente a forme aggregative che esulano da appartenenze partitiche, non può non essere un coadiuvante di diversi approcci alla società civile che non possono differire totalmente dal credo culturale a cui si fa riferimento, e che necessariamente influenzerà l’approccio che si vuole intraprendere;  è come ad esempio se la Lega Nord, candidasse Pino Aprile.

Dunque la coesistenza deve comunque avere un fondamento culturale comune, e che deve fare da collante per lo sviluppo di un progetto condiviso, ma soprattutto realizzabile secondo un preciso e coerente disegno.

Ritornando a Rende, e al civismo messo in piedi negli ultimi sei anni, possiamo tranquillamente asserire che non si tratta assolutamente di un progetto condiviso e a lungo termine e conseguentemente produttivo per la città; è più un casuale assembramento di votitenuto insieme dall’equa distribuzione di compromessi. Questo è evidenziabile dai i numerosi rimpasti avvenuti in seno alla maggioranza del Sindaco, permettendo la realizzazione di  una “torta” cosi grande, dove i più golosi sono invitati a magiare.

Altra lacuna evidenziabile, l’assenza totale di progettualità, ovviamente anche questa causata dall’incompatibilità culturale fra le diverse componenti della maggioranza; una lacuna che non ha indicato un preciso disegno per la città, anzi  ha chiaramente trattato superficialmente il patrimonio cittadino, svenduto per i soliti compromessi elettorali, senza veritiere valutazioni tecniche. Due casi, per non citarne troppi: Il Rende Calcio (con centro sportivo Azzurra annesso) e la angosciosa dipartita della storia calcistica della città, e il Parco Acquatico, inaugurato per fretta elettorale è tragicamente chiuso dopo nemmeno un anno di vita (ora si spera in una ripartenza).

Dunque già per questi due motivi (e potremmo continuare) riteniamo questo civismo un inganno. Un falso modello di cultura politica, un’improvvisata prova di capacità amministrativa, che pone il compromesso economico e di potere, alla base della coesistenza progettuale. Questo è un civismo da estirpare!