Rende 2019, Principe-Talarico: una storia d’amore, coltelli, cinghiali e quaquaraquà

PRINCIPE – TALARICO
STORIA D’AMORE E DI COLTELLI

Era prevedibile. Dopo il giorno viene la notte, dopo il tramonto arriva l’alba.
Puntuale, dopo l’accordo, lo scontro.
Sandro Principe e Mimmo Talarico si amano, si tollerano, si uniscono, si dividono, si prendono, si lasciano, si innamorano, si odiano, si lasciano, si riprendono.
Una “saga” infinita la loro. Ed in questo turbinio di amore-odio provocano danni politici, amministrativi ed istituzionali. E’ una vecchia storia, che ormai è quasi identica alla loro età: l’età che si avvicina alla “terza”, alla pensione.
Si annusano, si studiano, si prevedono, ma non rinunciano a fare da protagonisti o da comparse nel teatrino della politica rendese.

Talarico è cresciuto alla vecchia scuola “KOMUNISTA”, quella che ti abitua a diffidare sempre, non cedere mai alle emozioni, ad essere freddi anche davanti al dolore. Una scuola, stando alle accuse di Principe, che ha avuto la sua sede alle Frattocchie di Roma, dove il giovane Talarico è stato allievo di lungo corso.

Il Mimmo, o come lo chiamano Bernaudo e D’Ambrosio, “8 partiti in otto anni”, è stato la spina nel fianco del sindaco, dell’onorevole, dell’assessore regionale.
E Principe lo ha blandito fino alla disfatta della scorsa consiliatura.
I due, all’epoca, si amavano di un amore ipocrita e mai spinto alle effusioni, e partorirono l’idea della candidatura di Vittorio Cavalcanti, che poi finì come sanno i cittadini di Rende.

Principe e il “pentito” Cavalcanti

Ma ancora prima Talarico, portaborse di Sergio De Julio, deputato-docente, rappresentò l’opposizione a sinistra dei socialisti e di Principe.
Guerre, battaglie, truppe, armi e munizioni. Poi la pace, siglata tra due che non si stimano e non si amano. E Talarico incassa incarichi forti, come l’assessorato all’Urbanistica che a Rende vuol dire “tutto”.
Poi di nuovo la guerra.
Poi di nuovo la lotta, come nelle ultime elezioni alle quali Talarico candida il giovane Massimiliano De Rose, in contrapposizione a Verre e perdono entrambi.
Mister “8 partiti in 8 anni”, però non si concede alla sconfitta ed al ballottaggio non fa mistero di dare i suoi voti al quaquaraquà Marcello Manna.

Lo sanno tutti, lo fece votare per dare il “colpo” finale al rivale di sempre, Sandro Principe.
Poi, incassata la sconfitta a “trucco”, poco meno di due anni fa si riavvicinano e danno vita a convegni, riunioni, cene.
Il quartier generale dell’hotel San Francesco è méta quotidiana dei due e di ciò che gli resta in quanto a seguaci. E siglano un accordo, debole come l’amore che li avvolge in abbracci mortali.
Fino ad agosto 2017, allorché il Talarico concede un’intervista, fa riemergere le sue ambizioni e tenta di mettere in un angolo Sandro Principe.
Ed in puro stile KOMUNISTA gli appioppa il ceffone del presunto accordo Principe-Cinghiale.
Una “manummersa” di quelle che fanno male e siccome Sandro Principe, seppur credente, l’altra guancia non la porge, ecco la replica dell’epoca (http://www.iacchite.blog/rende-tregua-finita-principe-talarico-solo-un-mercenario-chierichetto/).

A Rende, circa due anni dopo e alla vigilia della presentazione delle liste, è un pullulare di mugugni, di pettegolezzi, di focolai, altrettanto dannosi come quelli che stanno devastando la Calabria, Rende compresa.
Il quaquaraquà gongola, pensando che questa guerra lo avvantaggerà.
Ed in effetti è strano che due che vogliono vincere litigano ancor prima di aver vinto, e così si indeboliscono a vicenda.
Sono ancora “stonati”, la sconfitta li ha disabituati al “comando”.
Il Municipio non è nelle loro mani e così è difficile chiamare le truppe, anzi richiamarle.
Sembrava un accordo forte.
Ma poi Talarico ha capito che Principe vorrebbe ritentare il colpo: riprendersi la guida del vecchio castello, ora nuovo in Via Rossini, per il quale ha lavorato e parecchio.

Talarico aveva capito già allora che Sandro si sarebbe ricandidato. Insomma MIMMUZZU aveva toccato con mano che gli sarebbe toccato fare il gregario e che per i 6000 euro di indennità, dopo l’estromissione dalla Regione, e con la fame di soldi che ha, avrebbe dovuto aspettare ancora. Ma lui è tirchio ed ingordo e li avrebbe voluti subito.
Ed ora?
Mister “8 partiti in 8 anni”, con l’ennesima giravolta o se preferite “piroetta”, si allea nientepopodimenoche con il Cinghiale, che secondo la sua personalissima visione della “politica” (!) gli avrebbe consentito di cancellare definitivamente Principe. E’ andata male, ancora una volta, e adesso al secondo turno ci sono Principe e Manna. Cosa farà Talarico? La (nuova) partita è appena cominciata ma c’è chi giura che stavolta Mimmuzzu ha misu i siansi…