Rende ritrova attraverso il calcio l’orgoglio perduto (di Sergio Tursi Prato)

di Sergio Tursi Prato

Se dovessi evidenziare il dato più positivo della vittoria del Rende nel derby contro la Reggina, a prescindere dalla splendida vittoria, senza ombra di dubbio è quello del ritrovato entusiasmo.

Rivedere sulle gradinate dello stadio “Marco Lorenzon”-casa Rende amici e tifosi che sono ritornati dopo oltre vent’anni di assenza, supportati dalla presenza di simpatizzanti e sportivi della Provincia di Cosenza, evidenzia che siamo ritornati ad attrarre consensi e simpatie diversificate.

La serietà del “progetto Rende”, coordinato dal duo societario Coscarella-Pellegrino sta portando molti tifosi a sognare ad occhi aperti. Ieri sera intere famiglie hanno partecipato alla festa biancorossa, coinvolte attivamente anche nei cori lanciati dalla tribuna laterale dal gruppo degli “Ultras’81”, numeroso e rumoroso come non mai. E’ chiaro che tutto questo rafforza il senso della rendesità, dell’appartenenza ad una città che vede anche attraverso il calcio una forma di riscatto sociale. Ma visto che la famiglia biancorossa sta aumentando, bisogna riaprire subito anche la tribuna B, postazione simbolo del tifo organizzato, in modo tale da aumentare la capienza dei posti allo stadio. Per ora ci godiamo questa bella vittoria ottenuta nel primo derby calabrese e strada facendo si vedrà. In fondo “chi ben comincia è a metà dell’opera”.