Renzi annuncia le dimissioni delle ministre e apre la crisi di governo

Renzi annuncia le dimissioni delle ministre Bellanova e Bonetti, oltre che del sottosegretario Scalfarotto, aprendo di fatto la crisi di governo. Un passo che sembrava potesse essere scongiurato: la conferenza stampa, slittata di oltre mezz’ora era stata letta come un tentativo in extremis di evitare lo strappo definitivo, così come auspicato da Mattarella e come chiesto tanto da Pd quanto da M5S. “Avanti solo con tutta la maggioranza”, aveva detto il premier dopo aver incontrato il Capo dello Stato il cui appello è stato quello di «uscire subito dall’incertezza». Il tentativo, però, è fallito.

«Il re è nudo – scandisce il leader di Italia Viva in diretta dalla Camera – Risolviamo i problemi. Pensare di risolvere con un tweet, post o su instagram è populismo. La politica richiede il rispetto delle liturgie della democrazia. Poiché c’è la pandemia occorre rispettare le regole democratiche». «Questo è il punto fondamentale: non giochiamo con le istituzioni, la democrazia non è un reality show dove si fanno le veline. Questo prevede la nostra costituzione che non è una storia su instagram».

«Abbiamo chiesto tre questioni al premier. Il primo è di metodo: non consentiremo a nessuno di avere pieni poteri, abbiamo fatto un governo per non darli a Salvini», sottolinea, attaccando «l’utilizzo in modo ridondante delle dirette tv, quello discutibile della delega ai servizi».

«Sul Recovery passi importanti – riconosce -. Ma resta un grande problema, perché non si prende il Mes? Mes vuol dire più fondi per la sanità, non prenderli per un motivo indeologico è inspiegabile, irresponsabile». Quindi Renzi ribadisce quanto promesso ieri: «Voteremo a favore dello scostamento di bilancio, delle misure sul Covid e del decreto Ristori. Siamo pronti a dare una mano».

“Non ci credo al voto – dichiara Renzi – perché il Parlamento non ha le condizioni per andare il voto, si andrà nel 2023”. “Non ci sono stati contatti con Conte” precisa rispondendo a una domanda. “Non è un problema di perdere la faccia – chiosa poi – se c’è una apertura politica si misura in Parlamento non in un angolo della strada (riferendosi alle dichiarazioni di Conte fatte poco prima, ndr), bisogna avere uno stile nel fare le cose. Se vuoi fare una apertura vera, la fai sui contenuti”.