Rimborsopoli: Fedele, Nucera, Chiappetta e Aiello devono risarcire la Regione

Dal pacco di gomme da masticare a soggiorni in albergo fino a voli, libri, pranzi e cene. Tutte spese, secondo la Corte dei conti non in linea con le finalità istituzionali e l’attività di consigliere regionale tanto da emettere una sentenza di condanna a carico di quattro ex consiglieri regionali e al pagamento di un risarcimento danni alla Regione.

La sentenza (n.424 del 18 dicembre 2018) è stata emessa nei confronti del 4 consiglieri appartenenti all’allora gruppo del Popolo delle libertà e condanna al pagamento Luigi Fedele (7. 890,00 euro), Giovanni Nucera (31.303,00), Gianpaolo Chiappetta (2.756, 00) e Piero Aiello (11.280,00).

Il periodo di indagine della magistratura contabile va dal 2010 al 2012 e la vicenda – come si evince dalla sentenza – trae origine dall’inchiesta portata avanti dalla Guardia di finanza e che è ancora in corso sul piano penale. I giudici della Corte dei conti, in questo procedimento scaturito nella sentenza di condanna, ritengono che i fondi pubblici sarebbero stati utilizzati in modo non conforme rispetto alle finalità istituzionali: “Devono essere ritenute foriere di danno erariale – affermano i magistrati – tutte le spese per le quali non sia fornita giustificazione riscontrabile e puntuale in ordine all’inerenza della spesa. Può essere validamente disposto il rimborso delle spese, sostenute dai membri dei gruppi consiliari, nel cui documento giustificativo sia rinvenibile non il solo il dato storico dell’intervenuta spesa, ma anche l’indicazione specifica della finalità per cui la spesa è stata sostenuta. Con riferimento alle spese di ristorazione, sostenute nell’ambito della gestione dei fondi di pertinenza dei gruppi consiliari, il rimborso per consumazioni singole in ristoranti, bar e autogrill deve essere escluso, trattandosi di spese già coperte da una specifica voce del trattamento economico consistente nell’indennità di diaria e, se svolte all’interno del territorio nazionale, nel rimborso delle spese di missione. Anche per le consumazioni e i pasti relativi a soggetti terzi deve essere esclusa la riconducibilità alle spese di funzionamento, non ricorrendo i presupposti per qualificarle tra le spese di rappresentanza”.

G. V. 

Fonte: Il Lametino