Robertino annuncia agli amici degli amici: preparatevi al saccheggio, ho trovato l’Eldorado

È da quando è stata proclamata la Repubblica italiana che tutti i governi che si sono succeduti nel corso degli anni alla guida politica della nazione, parlano del Sud come risorsa strategica del paese su cui investire per la crescita economica e sociale non solo delle regioni del Sud, ma di tutta l’Italia. Sono 76 anni, anche se per qualcuno i “danni per il Sud” risalgono all’unità d’Italia, che la politica di destra, di sinistra, ma soprattutto di centro, sproloquia sulle potenzialità del Sud, senza mai produrre, però, lo “sviluppo” tanto desiderato, nonostante gli ingenti investimenti. Basti solo pensare alla “Cassa del Mezzogiorno”, l’inutile quanto sciagurato tentativo di unificare il paese con la costruzione di “insediamenti industriali” sparsi qua e là per il meridione, che la politica trasformò, attraverso l’uso sconsiderato della prassi della “democrazia consociativa”, accentuando ancora di più la differenza tra Nord e Sud, in un vero e proprio mercato del consenso elettorale. Più che per incentivare sviluppo e produzioni, il denaro arrivato in tutti questi anni al Sud, è servito ai tanti baroni politici per consolidare il proprio bacino elettorale. E il risultato è sotto gli occhi di tutti: il Sud ha gli stessi identici problemi di sempre. Per non parlare della Calabria confinata all’ultimo posto in tutte le “classifiche” europee che analizzano la “qualità delle istituzioni e la qualità della vita” nei territori della Unione Europea.

Se dovessimo fare l’elenco degli “slogan” usati dalla politica per “giustificare l’ennesimo invio di denaro in Calabria (vedi Pnrr)” che come sempre finirà nelle tasche dei soliti noti – è la storia che lo dice, non noi, altrimenti come spiegare il mancato sviluppo dei nostri territori, nonostante i tanti denari ricevuti fino ad oggi? Da qualche parte i soldi finiscono, se le “opere” restano sulla carta. Le famose incompiute di Calabria – , non basterebbe una intera enciclopedia. Giusto qualcuna: La Calabria può diventare la locomotiva del Sud; La Calabria è una terra che può e deve offrire mille occasioni; La Calabria può diventare il volano per lo sviluppo dell’intero Sud; La Calabria ha un potenziale inespresso che va valorizzato; La Calabria deve aspirare a diventare la capitale del Mediterraneo; La Calabria può attrarre importanti investimenti; La Calabria può diventare la California d’Europa; La Calabria non ha niente da invidiare a nessuno; La Calabria può diventare la Svizzera del Sud, insomma la Calabria di qua e la Calabria di là, ma sempre al “palo” stiamo. E questo, prima o poi, qualcuno dovrà spiegarcelo.

Ad allungare la lista dei proclami retorici (a voler essere buoni) sullo sviluppo e le prospettive economiche e sociali della Calabria, la frase pronunciata da Roberto: la Calabria può diventare l’Eldorado. Una “prospettiva”, quella paventata nell’espressione usata da Robertino che altro non fa – a differenza delle espressioni succitate dove i ladroni,  quantomeno, tentano di nascondere le loro reali intenzioni di saccheggio dietro un ipocrita politichese idoneo a prendere in giro il popolino – se non esaltare gli istinti più viscidi degli avidi, dei saccheggiatori, e dei ladri di stato senza scrupoli. È il “rimando” letterario usato da Robertino che lascia immaginare questo. Dire che la Calabria può diventare l’Eldorado, non è come dire può diventare la Svizzera del Sud dove uno si immagina montagne, laghi, boschi, orologi precisi, cioccolato, città pulite e banche.

L’Eldorado evoca, per chi conosce la leggenda, la ricerca spasmodica da parte di un gruppo di uomini disposti a sterminare chiunque pur di raggiungere la mitologica città d’oro, un luogo situato al di là del mondo conosciuto, con un unico scopo: appagare l’insano bisogno umano di possedere al di là dei propri reali bisogni. La “ricchezza” che solo l’oro può dare, come simbolo di dominio sugli altri uomini. Una “metafora” perfetta, quella usata da Robertino, per invitare al banchetto che sta per apparecchiarsi in Calabria (vedi sempre Pnrr) ogni sorta di ladrone massomafioso ammatassato. Un annuncio che non può che essere letto come un invito a partecipare alla corsa all’oro che sta per aprirsi in Calabria. Una “corsa” che più che invitare i partecipanti al banchetto a rievocare le grandi avventure narrate nei suoi romanzi da Jack London, istiga i commensali ad organizzare un bell’assalto alla diligenza e a comportarsi come dei feroci banditi nel selvaggio West.

Insomma, l’infelice l’espressione usata da Robertino può definirsi tranquillamente una sorta di lapsus freudiano (giacché lui, come tutta la sua famiglia, ha sempre in testa il saccheggio), perché in realtà voleva dire: cari amici degli amici, preparatevi che tra poco inizia l’abbuffata, e chi c’è c’è, e chi non c’è non c’è. E ti saluto, ancora una volta “pedi i ficu”…