Robertino e la sfrenata voglia di prendere in giro i calabresi

Una delle peculiarità che distingue i politici nostrani intrallazzoni, dagli altri politici, sempre intrallazzoni ma con un minimo di senso della decenza e qualche neurone che gira, è la voglia, per mero sadismo, di aggiungere ad ogni danno prodotto, anche la beffa. Non si limitano al collaudato e impunito saccheggio del patrimonio pubblico, come i loro colleghi ladroni nel resto del paese, i politici nostrani godono a prenderci anche per i fondelli. Gli piace pensarci come gente appena scesa dalla montagna e con ancora l’anello al naso, incapaci di comprendere la realtà delle cose. È così che ci vedono, come dei poveri scemi disposti ammuccarsi qualunque chiacchiera, senza mai azzardare un minimo di critica. E come tali ci trattano, non hanno alcun rispetto dell’intelligenza altrui, che offendono quotidianamente con esternazioni che tutto “riflettono” tranne che la verità, tanto nessuno mai oserà rispedire al mittente la loro odiosa ipocrisia. Non è cosa buona contestare, a queste latitudini, chi ha il potere di rendere felici o tristi le persone. E c’è chi preferisce passare per scemo, ma con le tasche piene però.

Tra le paranze politiche che amano perculare i calabresi quella che spicca è certamente la famiglia Occhiuto. Maestri dell’inganno e della bugia. Campioni mondiali della chiacchiera in libertà. Tiratori scelti del ‘ndo cojo cojo, tanto per loro ogni bersaglio va bene. L’importante è spararla grossa dritta in faccia alla gente, senza vergogna. Nel fare il bilancio di fine anno Robertino, il parassita più veloce del sud, questa volta l’ha sparata davvero grossa e con un cinismo che evidenzia il suo profondo disprezzo per l’intelligenza collettiva, senza tener conto, per mancanza di neuroni, che così dicendo offende anche se stesso. Oltre a confessare la sua partecipazione al saccheggio delle casse regionali. Senta e trema: “Non ho mai polemizzato con i governi regionali degli ultimi vent’anni ma confesso che per quanto mi fosse chiara la gravità dei problemi della Calabria, a volte ho avuto la percezione che questa regione per tanti anni non sia stata governata”. E lo dice con convinzione, come se lui fosse arrivato qualche giorno fa, in Calabria, dalla Luna.

Robertino, oggi che governa la Regione, dice che chi ha occupato la poltrona di presidente e consigliere prima di lui, negli ultimi vent’anni, tutto ha fatto, tranne che governare la Calabria. E se non hanno governato cosa hanno fatto? Intrallazzare, questo hanno fatto. Non può esserci altra risposta. Robertino non voleva dirlo, ma gli è uscita così, per mancanza, nel suo caso, di intelligenza; la foga di perculare la gente, di cui Robertino va matto, ha superato la necessaria prudenza che i politici intrallazzoni generalmente usano nelle esternazioni pubbliche. Dice Robertino “che la gravità dei problemi della Calabria”, che ha riscontrato nella sua attività di presidente della regione, deriva dal “mancato interesse del governo nazionale per la Calabria e dall’incapacità dei decisori politici regionali nel corso degli anni”. Si potrebbe dire un classico dei politici intrallazzoni quello di dare la colpa dei problemi ai governi precedenti. Ma Robertino nell’ impeto di prenderci per il culo, va oltre.

Convinto dell’impunità sociale alle sue cazzate, ha dimenticato che negli ultimi vent’anni, per quasi 10 anni, dal 2000 al 2009, è stato seduto sulla poltrona di consigliere regionale ad intrallazzare. Per poi aderire alla paranza romana, la stessa che, come dice lui, non si è mai occupata della Calabria, per altri 10 anni. Nella sua ipocrita quanto avventata dichiarazione di fine anno, insiste nel dire di non aver mai contestato i governi regionali precedenti, e ci crediamo, avrebbe dovuto contestare se stesso, visto che ha fatto parte della paranza politica che ha governato la Calabria negli ultimi 20 anni. Non si è reso conto, per incapacità intellettiva, di dire una cazzata grande quanto il Monte Bianco. Avrà pensato: tanto i calabresi sono propensi a dimenticare, figuriamoci se si ricordano che sono stato proprio io a chiudere, insieme a Peppe Scopelliti, 18 ospedali pubblici in Calabria. Del resto “la memoria è l’intelligenza degli idioti”, e per Robertino i calabresi, oltre a non essere intelligenti, sono anche idioti, mai però, a sentire quello che dice, quanto lui.