Roma, un futuro senza cinema? Nuove idee per rilanciare le sale cinematografiche

OGGI, VENERDI 17 NOVEMBRE ore 16, Biblioteca F. Basaglia, via F. Borromeo 67, Roma CONVEGNO: “UN FUTURO SENZA CINEMA? NUOVE IDEE PER RILANCIARE LE SALE CINEMATOGRAFICHE”

Il Convegno è stato organizzato in risposta all’ennesima chiusura di un cinema di quartiere, il Galaxy (unico a Primavalle), allo scopo di avviare un percorso condiviso con diverse realtà e operatori del settore che getti le basi di una nuova delibera comunale d’iniziativa popolare, da cui far scaturire una proposta di legge volta alla salvaguardia e al rilancio dei cinema. Un convegno inteso quindi come incubatore di nuove idee e proposte per il futuro di questi spazi sempre più desueti, primo importante passo di un processo di cambiamento e adattamento a una realtà in evoluzione.
È invitato l’assessore alla Cultura LUCA BERGAMO
Introducono:
UGO BAISTROCCHI (Rappresentante dei lavoratori Mibact-DG Cinema e redattore Diari di Cineclub)
UGO G. CARUSO (storico dello spettacolo, studioso di cultura di massa e regista)
Intervengono:
MARIO BALSAMO (cineasta e docente Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo)
UMBERTO CARRETTI (Coordinatore politico Slc-Cgil Area Produzione Culturale – Cinema audiovisivi)
SANDRO GUARNACCI (gruppo Memoria XIV municipio)
LEOPOLDO LOMBARDI (avvocato, già vicepresidente di “Confindustria Cultura Italia”)
FLAVIO MANGIONE (architetto, Pro Architettura in Movimento)
TOMASO MANNONI (cineasta, già curatore sezione italiani Milano Film Festival)
CITTO MASELLI (regista)
ANNALISA PANNARALE (deputato, membro della commissione cultura della Camera)
I RAGAZZI DEL CINEMA AMERICA
CLAUDIO STORANI (Rete degli spettatori)
MASSIMO VATTANI (già dir. art. cinema Aquila, Tekfestival)
Evento organizzato dal “Comitato per la riapertura del cinema Galaxy”, presso Unione Inquilini, via Bonelli 4, Roma, recapiti: 3403385941 – mail: [email protected] pagina FB: “Riapriamo il Galaxy”.  L’INTERVENTO DI UGO G. CARUSO

E adesso, anticipiamo il senso e lo spirito della relazione introduttiva di Ugo G. Caruso, nella quale – come leggerete – più volte è menzionata la nostra Cosenza.

CINEMA COME LUOGHI DELLA MEMORIA.
LA MAPPA PERDUTA DELLE SALE ROMANE NEI RICORDI DI UNO SPETTATORE OSTINATO

Sollecitato simpaticamente dai Guardiani del Galaxy, OGGI, venerdì 17, a partire dalle ore 16, nella mia relazione introduttiva che aprirà l’incontro intitolato “Un futuro senza cinema?” ripercorrerò sul filo dei ricordi la mia ultraquarantennale avventura nelle sale cinematografiche romane, un mondo in gran parte scomparso oppure fortemente mutato, al punto da essere spesso irriconoscibile. Quello che, provenendo da Cosenza, mi appariva alla fine del 1974, data d’inizio della mia “second life” a Roma e della vicenda universitaria, era un panorama ricco, vario, direi sterminato di circa 150 sale disseminate lungo una superficie immane per un giovane provinciale quale ero, situate spesso in quartieri lontanissimi e dai nomi bizzarri che componevano tutti insieme un labirinto attraente e sgomentevole da esplorare con i già inadeguati mezzi pubblici romani, essendo io all’epoca sprovvisto di automobile.

Capii ben presto che c’erano le sale di prima visione, principalmente situate in centro, poi quelle di seconda visione nella cerchia dei quartieri circostanti, poi le residue terze visioni, un tempo numerosissime, prevalentemente in periferia e ancora i cinema d’essai, un pò ovunque, che cambiavano titolo ogni giorno e la rete capillare delle sale parrocchiali che negli anni ’50 poteva contare un centinaio di esercizi e poi i cineclub, i cineforum, i cinecircoli, le associazioni culturali e gli istituti esteri, un tempo attivissimi ed altri soggetti ancora meno definibili nelle categorie appena dette.

Abituato ed allenato già durante l’infanzia e l’adolescenza cosentine a frequentazioni intense della sala buia, fui felice di tuffarmi in questo oceano e di esplorarne l’inesauribile arcipelago arrivando a vedere per molti anni anche tre film al giorno, spostandomi freneticamente da un capo all’altro della città, dapprima da solo, in seguito anche insieme a compagni d’avventura conosciuti sul campo. Ovviamente, data la peculiarità tipica del cinema conobbi falangi di tipi bizzarri, cinephiles, attratti dallo schermo illuminato come falene e fui protagonista e testimone di situazioni buffe e insolite. Gli aneddoti a riguardo potrebbero costituire tema per gustosi memoriali. Finchè iniziai a frequentare anche le anteprime per la stampa, le proiezioni riservate ai giurati dei premi, le kermesse riservate agli esercenti e ovviamente i festival in tutt’Italia e anche fuori.

Per caso dopo alcune esperienze radiofoniche mi ritrovai a scrivere di cinema, prima per diletto su riviste di critica poi professionalmente ed infine a svolgere la professione di cinecritico in vario modo, nei giornali, su riviste, nell’editoria, in radio e in televisione, come consulente di enti pubblici, collaborando con istituti esteri in Italia. A queta attività molto intensa csegui quella di storico del cinema e poi di filmologo.

Sul finire degli anni ’90 quando compresi che il panorama era radicalmente cambiato e non c’era più spazio per la critica, ormai totalmente fagocitata dall’informazione, saturato dai nuovi scenari con grande sorpresa di amici e colleghi, dismisi i panni del critico, lasciai ogni impegno professionale e recuperai pienamente le mie altre passioni mescolandole al cinema in una felice e feconda convivenza. Da allora ancor più di prima mi dedico alla parte di cinema che più mi piace e quindi oltre a frequentare festival e kermesse d’ogni genere lavoro con regolarità all’organizzazione di eventi, rassegne, retrospettive e curi apposite rubriche in riviste online e sui social network. Dopo gli “early days” cosentini, la frequentazione delle sale romane coincide per gran parte con la mia biografia professionale.

E a differenza dei miei ex colleghi che ormai si fanno inviare dvd o link in modo da vedere il film comodamente il film a casa propria, lasciando le affollate anteprime a stuoli di nuovi cinecritici peones, ostinatamente io continuo, insieme ad altri tipi di fruizioni più contemporanee, a frequentare la sala buia. Nel pur breve tempo concessomi rievocherò quel mondo da cui sono stato attratto sin da bambino e che continuo, pervicamente ad abitare. Oggi lo stesso è fortemente minacciato, sempre più ridotto e marginale, al punto di essere minacciato di estinzione. Ma forse, non so, ancora qualcosa di può fare. E in tal caso si deve fare perchè a dispetto delle tecnologie e dei nuovi modi di fruizione un mondo senza cinema sarebbe irrimediabilmente più brutto. Direi invivibile. Anche per questo è giusto e necessario non lasciare nulla d’intentato, pur con i nostri pochi mezzi e le nostre sparute forze di fronte ad un rivolgimento epocale e planetario. Questa sarà l’utopia che elaboreremo insieme venerdì con I Guardiani del Galaxy e con chi voglia unirsi sotto la bandiera del cinema-sala. Vieni anche tu, ti aspetto.