Rossano, due anni dopo l’alluvione il bilancio è (sempre) negativo su tutti i fronti

Rossano, 12 agosto 2015. (LaPresse - Gerardo Cafaro)

Esattamente due anni fa, il 12 agosto 2015, un nubifragio colpì la Calabria ionica, specialmente il Cosentino. La zona di Rossano e Corigliano Calabro fu gravemente colpita e si verificarono danni ingentissimi.
Il nubifragio ha scaricato in circa 12 ore punte di 200 mm di pioggia nella zona del Cosentino ed ha fatto ingrossare e straripare il torrente Citrea, allagando gli interi paesi. Le auto sono state trascinate a valle.

Tantissimi i tratti di strada franati, disagi alla circolazione, diversi i black out elettrici per diverse ore per 10 mila persone, con le cabine Enel invase dall’acqua.
Ben 500 le persone evacuate nella prima notte che hanno dormito in due centri di accoglienza. A Rossano una vera e propria catena umana si è attivata per assistere i cittadini in difficoltà. Molti gli agriturismi, le case parrocchiali e le abitazioni private che si sono fatte carico di ospitare i più disagiati e deboli.
La giornata di Ferragosto molti la passarono a spalare fango, a buttare mobili ed oggetti personali, ad accatastare le auto completamente da buttare.

L’alluvione lampo che ha colpito Rossano e Corigliano fu dovuta alla concomitanza di due sfavorevoli condizioni:

1. la presenza sul Meridione del Centro del Vortice di bassa pressione, colmo di aria fresca atlantica. Il vortice dopo avere attraversato in appena 48 ore il Centronord, ha rallentato la sua corsa e in quella giornata era quasi immobile tra basso Tirreno e Ionio.

2. la presenza sui mari adiacenti la Calabria e la Puglia di acque molto più calde della media climatica (fino 30 gradi) cosicché l’aria fresca del vortice quasi immobile non solo ha catturato dal basso molto calore dalla calda superficie marina ma anche molto vapore, condizioni ideali per innescare intensi moti ascensionali convettivi, amplificati sull’ascendenza forzata sui rilievi calabri e la cui rapida condensazione ha dato luogo a piogge torrenziali.

DUE ANNI DOPO: IL BILANCIO DELLA COLDIRETTI

“L’esondazione, come un missile, del torrente maggiormente incriminato, il Citrea, causò molti danni e purtroppo amaramente – commenta Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – il bilancio è comunque negativo: risarcimenti agli agricoltori non ci sono stati e i lavori sono in netto ritardo e proseguono con tempi da lumacaA subirne le conseguenze sono i cittadini e le attività economiche con danni a centinaia e centinaia di aziende agricole.

Gli agricoltori intanto soffrono e aspettano nonostante siano stati svolti i sopralluoghi, accertati i danni e gli uffici agricoli di zona abbiano effettuato le relazioni e gli adempimenti conseguenti trasmessi alla Regione. E’ evidente che il baricentro delle decisioni fa acqua e tra l’altro non premia chi con abnegazione, fin dalla prima ora, mise a disposizione uomini e mezzi come il caso del Consorzio di Bonifica di Trebisacce che ha speso ben 150mila €uro dei consorziati”.