Rossano, Enel e Future-E: oltre al danno, la beffa

ROSSANO, ENEL E FUTURE-E: OLTRE AL DANNO, LA BEFFA

E’ dal 2012 che la Centrale Termoelettrica di Rossano è in via di dismissione. 1280 Watt di potenza nominale installata a metà degli anni 70 più due gruppo turbogas aggiunti negli anni novanta.

Fallita l’ipotesi della riconversione a carbone, avversata dalla popolazione, prima, ed esclusa dai piani industriale di Enel poi, ha avuto inizio un lento processo di progressivo depotenziamento e riduzione del personale attraverso sistemi di incentivazione al pensionamento e trasferimenti che hanno di fatto condotto ad una chiusura indolore.

E’così che, nel silenzio generale, Enel è riuscita a chiudere l’impianto senza nemmeno una protesta, una proposta, un indennizzo al territorio, una dichiarazione di area di crisi.

Ancora oggi, si vanno smontando i gruppi di produzione senza un piano, senza una previsione temporale e, soprattutto, senza che si sappia quali materiali inquinanti derivano dal loro smontaggio e dallo svuotamento dei serbatoi del combustibile.

La stessa preoccupazione va espressa per  il piano di caratterizzazione del sottosuolo: si dice che c’è ma non lo si esibisce mai, nel mentre si va consumando l’ultima beffa: quella del bando Future-e. Un finto concorso che però consente ad Enel di dismettere definitivamente il sito senza pagare alcun tributo alla comunità che l’ha ospitata per circa un quarantennio.

Un bando senza testa e senza coda. Cioè senza nessuna garanzia che la scelta cada sulla proposta migliore e non sia invece pilotata da amici degli amici come ci sembra stia accadendo e, soprattutto, senza alcun piano che garantisca certezze in ordine agli ingenti investimenti necessari alla riconversione del sito e senza che Enel si accolli i costi dello smantellamento di due camini alti oltre 200 metri in un sito che dovrebbe essere a vocazione turistica ma dove altri 30 ha resteranno coperti da una selva di piloni di proprietà Terna.

I circa 600 posti di lavoro, diretti e dell’indotto, che si sono persi si sommano a quelli della crisi del settore dell’edilizia che si stimano in circa 700 ed a quelli derivanti dalla chiusura del Tribunale e del progressivo smantellamento dei due Ospedali di Rossano e Corigliano. Una vera e propria tragedia sociale che è testimoniata dalla ripresa dell’emorragia dell’emigrazione verso il Nord Italia e i Paesi Comunitari e dal decremento delle nascite con relativi saldi demografici negativi. Una tragedia economica e sociale che disegna  uno scenario fosco per il futuro.

Uno scenario  testimoniato da uno studio dell’Osservatorio  Banche-Imprese  che ipotizza tassi medi di crescita del valore aggiunto, nel periodo 2014-2020, che pongono Rossano e Corigliano rispettivamente all’VIII e IX posto nella graduatoria regionale con valori di incremento dell’1,3 e dell’1,2 % che fanno seguito ai decrementi del periodo 2008-2013 rispettivamente di – 4,3% e  – 3,6% con un modesto contributo dell’industria (6,9% ) ed una eccessiva incidenza dei servizi pari all’85,7 %. Come si vede uno scenario che prevede solo un parziale recupero della  perdita di ricchezza avvenuta  nel quinquennio trascorso.

Ci sembra perciò evidente che il problema della riconversione del sito della Centrale Termoelettrica di Rossano  va collocato i uno scenario ben più ampio e tutto da disegnare  che assuma a paridgma della sostenibilità di lungo periodo “la tutela, il lavoro, la governante” così come definita da SVIMEZ.

E’ per tutte queste ragioni che riteniamo doveroso appellarci a tutti i poteri dello Stato (se ancora lo Stato c’è in questa terra macchiata da mafia, lavoro nero, pessima sanità ed assenza di presidi della giustizia) affinché si compiano atti concreti nel contesto delle politiche economiche Comunitarie, Statali e Regionali.

Chiediamo che si apra un tavolo presso i Ministeri della Coesione e dell’Economia, in uno con il Governo Regionale della Calabria, i Sindaci di Rossano e Corigliano e le Organizzazioni Sindacali. C’è bisogno infatti di definire una ipotesi di sviluppo che allarghi la sua visuale al Porto di Corigliano che essendo di competenza dell’Autorità Portuale di Gioia Tauro può forse essere incluso nella ZES prevista in Calabria, che coinvolga i detentori delle reti delle infrastrutture stradali e ferroviarie affinché si pervenga ad un Contratto Istituzionale di Sviluppo, che attivi le possibilità offerte dal decreto Mezzogiorno anche attraverso il coinvolgimento di Invitalia,  strumento operativo del MISE .

Infine, necessita finalmente  una operazione verità su ENEL e Future- con una esplicitazione chiara ed univoca degli impegni che l’holding elettrica deve necessariamente assumere nei confronti del territorio.

I Consiglieri Comunali di Rossano Futura

Marinella Grillo

Tonino Caracciolo