Cosenza, i blitz nelle scuole? Controproducenti e al limite della legalità (di Cesare Badolato)

di Cesare Badolato

avvocato 

Una breve riflessione. Non so se la foto trovata sul web si riferisca alle perquisizioni di ieri dei Carabinieri (a me è stato detto che si tratta dei Carabinieri, non della Polizia di Stato) in due scuole superiori cittadine  Se così fosse, però, la cosa si presta a qualche considerazione.

È indubbio che il fenomeno del consumo di sostanze stupefacenti da parte di minorenni vada debellato. Così come andrebbe debellata la corruzione endemica, imperante in Calabria nella Pubblica Amministrazione, ma questo è un altro discorso. Ed è indubbio che, per quel che concerne dei ragazzini, non esistono “droghe pesanti o leggere” : esistono droghe, tutte perniciose ed altamente dannose. Detto questo, non è però ammissibile che si facciano perquisizioni del tipo di quelle riprese in foto in modo indiscriminato in istituti scolastici, durante gli orari di lezione, senza una ben definita notizia di reato.

Non é ammissibile che tali operazioni vengano condotte nei confronti di minori durante l’orario scolastico. Non è ammissibile che non sia stato utilizzato personale specializzato per il trattamento giudiziario dei minori. Non è ammissibile che non siano stati avvisati i genitori di ogni singolo ragazzo controllato. Non è ammissibile che non sia stato rilasciato verbale della perquisizione effettuata e delle specifiche ragioni di essa ai genitori. Non è ammissibile che la detta operazione non sia stata concordata con la procura presso il Tribunale per i minorenni di Catanzaro, competente funzionalmente circa interventi giudiziari su minori nel nostro distretto. Questo è quanto.

Il consumo di sostanze stupefacenti da parte di minori è una piaga dei tempi moderni; non vi é solo oggi, vi era ieri, e si spera che vi sarà sempre meno domani. Ma è una piaga anche il consumo costante di cocaina da parte di professionisti, magistrati, dirigenti pubblici, politici, membri delle forze dell’ordine ecc ecc, che avviene anche in questa città, senza che nessuno muova un dito.

Detto questo, il tutto si risolve, come al solito, in una domanda di fondo: meglio un sistema “law and order “, o un sistema solo “law” ? A questa domanda risponde, paradossalmente, proprio una intervista di un paio di mesi fa sul Corsera del Capo della Polizia Gabrielli, in occasione degli sgomberi degli appartamenti occupati dagli extracomunitari a Roma: uno Stato avanzato deve essere solo “Law “. Occorre in ogni intervento rispettare la legge, e i presidi di garanzia, pena l’effetto contrario. Le azioni dimostrative servono a poco, soprattutto con i minori: acuiscono anzi il loro senso di ribellismo, che è insito nell’età adolescenziale, e la loro attrazione per ciò che è trasgressione.

Rendono ai loro occhi quasi “martiri” quei pochi criminali in erba che già spacciano a questa età, insomma raggiungono l’effetto contrario rispetto a quello voluto. Oltre ad essere quindi operazioni oltre la legge, sono anche controproducenti. Occorre invece organizzare seminari permanenti (almeno uno al mese) in cui si dibatta – LIBERAMENTE – dell’uso delle droghe nelle scuole superiori, con l’intervento costante in essi di ufficiali di polizia giudiziaria, sociologi, psicologi, pedagoghi, avvocati, magistrati, medici, che spieghino gli effetti devastanti dell’uso di sostanze droganti e le dure conseguenze a cui si può andare incontro nella cessione o traffico di esse. Occorre operare con il dialogo. Azioni come quelle dell’altro ieri, oltre ad essere un po’ da fumo negli occhi (mi si scusi l’ involontaria battuta), ed al limite della legalità, ed anche oltre, sono pure controproducenti.