Rovito, stasera il documentario “Hitchcock/Truffaut”

HITCHCOCK/TRUFFAUT, L’INCONTRO CHE CAMBIÒ IL CONCETTO DI CINEMA

Alfred Hitchcock e Francois Truffaut, due tra i più celebrati e amati autori della storia del cinema saranno i protagonisti dell’evento speciale, come di consueto ideato da Ugo G. Caruso per inaugurare la stagione del Cineforum “Falso Movimento” di Rovito (Cosenza).

Stasera, lunedì 9 gennaio alle ore 20.45 al Teatro Comunale è in programma infatti “Hitchcock/Truffaut”, (USA 2015), il documentario di Kent Jones che mette in scena efficacemente – di più – in modo avvincente, la serie di incontri avvenuti negli studi Universal di Hollywood nell’estate del 1962 tra il maturo regista inglese e il giovane cineasta francese, capofila della Nouvelle Vague, per iniziativa di quest’ultimo, da sempre ammiratore del più anziano collega e fermamente intenzionato a dimostrare che quegli era un assoluto maestro della settima arte e non soltanto “il mago del brivido”, come veniva riduttivamente etichettato dalla critica fino a quel momento.

Il film di Kent Jones parte dal fortunato libro che fu tratto da quelle feconde conversazioni, “Il cinema secondo Hitchcock”, che Truffaut amava chiamare “the hitchbook” e che divenne alla sua pubblicazione nel 1966 un bestseller ed un testo di culto tra i cinefili di tutto il mondo, compresa l’Italia dove venne edito solo nel 1977 da Il Saggiatore. Jones lavora sulle fotografie di Philippe Halsman, storico collaboratore di Dalvador Dalì che documentano quello storico confronto in cui il ruolo cruciale di traduttrice fu svolto da Helen Scott, addetta stampa del French Cinema Office e che vide spesso Sir Alfred spegnere il registratore per le confidenze più riservate.

Nel proporre con entusiasmo l’originale doc di Kent Jones, Ugo G. Caruso ritrova così l’opera di due dei suoi registi preferiti, a lungo frequentati, studiati e trattati in vari scritti ed interventi, rammaricandosi però che Claude Chabrol ed Eric Rohmer, amici e sodali di Truffaut, autori di un fondamentale saggio proprio su Hitchcock, negli anni della loro militanza critica sui Cahiers du Cinema, essendo scomparsi da poco, non siano potuti figurare tra i celebri cineasti contemporanei che nel documentario commentano la filmografia del maestro inglese alla luce della straordinaria lezione sul cinema che egli stesso rende nel film e sul legame profondo di stima, affinità e anche d’affetto che alla fine si instaurerà con il giovane collega d’oltre Manica.

Questi sono Peter Bogdanovich, Martin Scorsese, Paul Schrader, Olivier Assayas, Kiyoshi Kurosawa, Richard Linkleter, James Gray, Arnaud Deplechin, David Fincher e Wes Anderson.
Il confronto in profondità tra i due cineasti tocca temi scabrosi come la sessualità, il senso di colpa e del peccato, conia il termine McGuffin, esamina il meccanismo della suspense, mostra le tante ineguagliabili invenzioni visive di Hitchcock, eredità diretta dell’esperienza nel muto, evidenzia l’indipendenza produttiva sperimentata dopo il successo di Psyco che fu d’esempio per i registi della New Hollywood.

Emergono pure i diversi punti di vista e le differenti personalità dei due autori distanti per anagrafe (Hitchcock aveva 63 anni, Truffaut 30) ed esperienze (il regista inglese si apprestava a girare il suo quarantottesimo film, “Gli uccelli”, Truffaut aveva alle spalle  “I 400 colpi”, “Jules e Jim” e il meno fortunato “La peau douce”) ma su tutto prevale la formulazione compiuta della “politique des autors”, resa chiarissima,  convincente, verrebbe da dire inattaccabile da Kent Jones, direttore del New York Film Festival e dallo sceneggiatore Serge Toubiana, celebre critico, già direttore dei Cahiers du Cinema in 85′, interessantissimi per ogni spettatore, deliziosi e imprescindibili per i cinefili.