Salvini e la ‘ndrangheta: in Calabria la pacchia continua

Quello che traspare dalla visita di Salvini, per la prima volta da ministro in Calabria, è l’imbarazzo. Un Salvini imbarazzato davanti alle evidenti contraddizioni sociali e alle storture giuridiche, tutte calabresi, incontrate durante la sua breve passeggiata tra Reggio, Palmi, e la tendopoli di San Ferdinando. Imbarazzo dato dalla consapevolezza di non poter porre nessun rimedio a questa tragica situazione. Anche se la “prassi” gli impone di pronunciare le parole magiche, per accreditarsi presso l’opinione pubblica come lo stato che presidia i territori ed è vicino al cittadino, quali: la ‘Ndrangheta è una merda! Oppure: per i mafiosi la pacchia è finita!

Ma l’imbarazzo tradisce la veridicità di queste sue affermazioni: sa bene Salvini che il problema in Calabria non sono i neri, ma le potenti lobby politiche/massoniche/mafiose, contro le quali né lui né altri possono niente. Mentre nel resto delle regioni del sud la magistratura lavora per porre rimedio alle continue e reiterate ruberie alle casse pubbliche, in Calabria, e Cosenza è l’esempio perfetto, tutto continua come sempre: clientelismo mafioso, corruzione a dire basta, appalti truccati, concorsi fasulli, servitori dello stato infedeli, giudici collusi, imprenditori prenditori, talpe, cimici e avvoltoi. Non manca niente e nessuno. Cosenza è un’isola felice per mafiosi, corrotti e volponi di ogni sorta, dove il problema, pee la procura e la politica locale, è qualche famiglia di profughi che ha occupato uno stabile abbandonato da decenni. Questa è la realtà.

Salvini cerca di rompere il suo evidente imbarazzo – anche di fronte alle insistenti domande su Domenico Furgiuele, deputato e coordinatore regionale della Lega in Calabria, e sulle sue imbarazzanti parentele: un suocero in carcere, e aziende di famiglia confiscate – ricorrendo alla sua oramai proverbiale gretta ironia, ma non sortisce l’effetto voluto, a tratti non sa che dire, farfuglia e svia gli argomenti. Sa bene Salvini che contro i poteri forti che da sempre governano la Calabria, che l’hanno votato e voluto al governo, non può fare niente. Solo parole. E le parole volano. Altro che la pacchia è finita! In Calabria la pacchia continua, come sanno tutti i calabresi, che è una meraviglia, un esempio: 100 milioni di euro spariti dai fondi dell’edilizia sociale, furto dimostrato con tanto di dossier, documenti e atti pubblici, e nessuno fa niente. Men che meno le forze dell’ordine e la magistratura completamente asservita ai poteri forti. Con qualche eccezione. Salvì, ma che vuoi cambiare?

Salvini non cambierà mai niente in Calabria, ecco perché fa la voce grossa contro i neri: per distogliere l’attenzione della brava gente di Calabria dai veri problemi, aiutato dalle ‘ndrine che, al pari suo, hanno posto in essere una vera e propria campagna d’odio contro i migranti. Nei paesi ad alta densità di ‘ndrangheta il problema di cui più si dibatte sono i neri. Roba da ridere, se non fosse realmente tragica.

Ora Salvini darà ordine di fare qualche retata di neri e piccoli spacciatori per buttare ancora fumo negli occhi della gente, e dimostrare ai compari che possono stare tranquilli e continuare a fare tutti gli affari che vogliono senza problemi.

Quello che dispiace è che i calabresi, e i cosentini in particolare, hanno votato in massa i 5Stelle, che promettevano il ripristino della Legge e della legalità, gli stessi che dicevano l’onestà tornerà di moda, ma ho come l’impressione che abbiamo affidato le pecore al lupo.

GdD