San Giovanni in Fiore, le cambiali elettorali non finiscono mai: maxi appalto per l’asilo all’autista-candidato

Il titolare dell’impresa alla quale sono stati affidati i lavori per la ristrutturazione e in particolare l’efficientamento energetico dell’asilo nido del quartiere Bacile di San Giovanni in Fiore è il beneficiario di un’altra cambiale elettorale che la coppia reale Ambrogio-Succurro ha dovuto pagare in virtù della sua candidatura alle elezioni amministrative di settembre 2020 nelle liste della sindaca. Si tratta di un tale che si chiama Giovambattista Guzzo, e che di professione fa l’autista – sputa che ci indovini – alle Ferrovie della Calabria, feudo del mafiosissimo presidente, parente diretto dei boss Di Puppo, al secolo Ernesto Ferraro. E che risponde agli ordini politici di un altro “padrino” vomitevole come Pierluigi Caputo, della scuderia degli Occhiuto parassiti.

L’affidamento dei lavori è avvenuto praticamente senza gara. O meglio hanno chiamato alcune ditte farlocche per poi affidare i lavori di ben 242 mila euro (comprensivi di ribasso, visto che l’importo iniziale era di 330 mila euro) a questo Guzzo, che oltre a far parte del clan delle Ferrovie della Calabria, è stato anche – come accennavamo – candidato per la Succurro alle ultime elezioni. Ed è praticamente il primo lavoro dell’impresa di questo sedicente imprenditore. Un’impresa iscritta appositamente alla Camera di Commercio a giugno dello scorso anno in previsione dell’appalto. Una ditta nata per avere una bella prebenda!

In questi giorni gli ignari sudditi sangiovannesi hanno così capito il perché della difesa ad oltranza dei reali sui social da parte dell’autista Guzzo Giovambattista, tra l’altro con seri problemi di… grammatica italiana. E hanno preso atto che al Guzzo è stata elargita la prima anticipazione di circa 50 mila euro.

Come se non bastasse l’ex candidato nel suo “curriculum” ha anche un rinvio a giudizio con l’accusa di aver truffato l’Unione Europea in combutta con altri faccendieri del suo calibro. Il titolare dell’impresa sta affrontando il processo per truffa per atti falsi che hanno indotto in errore l’organismo preposto al finanziamento e che hanno procurato agli interessati un ingiusto profitto di € 67.000, somma ottenuta a titolo di anticipazione nell’ambito del Piano di sviluppo rurale Calabria 2014-2020 che prevedeva una somma complessiva di € 134.000.

Eppure, nonostante questo, la coppia reale di San Giovanni in Fiore gli affida un appalto con gara farlocca e gli uffici gli hanno anche dato un primo anticipo di quasi 50 mila euro. Può una ditta di primo pelo prendere un appalto di oltre 200 mila euro? Le imprese che operano da anni e che fanno fatica a sbarcare il lunario non hanno nulla da dire? Nella San Giovanni in Fiore, diventata città, tutto è possibile e nessuno continua a vedere! E le prebende per il signor Guzzo non sono certo finite qui. Alla prossima.