Sanità in catene, ci risiamo: Oliverio “minaccia” di nuovo il governo

Ci risiamo. Dopo aver detto, all’indomani dell’incontro con il ministro Lorenzin, di essersi spiegato e capito con il ministro, Palla Palla, che evidentemente non ci sta più con la testa, fa l’ennesima marcia indietro e minaccia di nuovo il Governo: «Non sono disposto ad aspettare oltre. Il Consiglio dei Ministri deve agire. È necessario rimettere in capo alla Regione la responsabilità della sanità, come prevede la Costituzione, con il monitoraggio e la collaborazione del potere centrale. È assurdo che alcune regioni, come la Calabria e la Campania, siano sganciate dalla locomotiva del Paese. Nel caso della Sanità Calabria siamo andati davvero oltre la misura: ora aspettiamo una risposta in tempi rapidi. La Calabria non può più aspettare».

Per favore chi può, faccia qualcosa. Oramai è evidente a tutti che è rincoglionito. Questa storia che il commissario alla sanità è Scura e non lui, lo ha fatto uscire fuori di testa. Pensa solo a questo. E intanto La Calabria va a scatafascio.

E’ talmente rincoglionito che non sa più che pesci pigliare: se lo sono palleggiato talmente tanto che ha perso l’orientamento, oltre che la ragione. Infatti non passa giorno senza lanciare anatemi al Governo. Prima le catene, poi la scissione, senza contare le minacce sottobanco, ed oggi arriva l’ennesimo avvertimento al Governo: o il prossimo Consiglio dei Ministri lo nomina commissario alla sanità, oppure succede un macello. Anche se non ha spiegato bene in che cosa e come si concretizzerà questa ennesima buffonata, nessuno lo prende più sul serio. Può dire quello che vuole che non fa paura a nessuno. E’ come un bambino in preda ad una crisi di pianto perché non ha ricevuto il regalo che desiderava e quello ricevuto non soddisfa le sue aspettative. E’ vero: ad una certa età si ritorna bambini. Del resto la senilità c’è tutta, e si vede.

E’ ora, però, visto l’aggravarsi della situazione economica e sociale in Calabria, che qualcuno gli dica chiaramente che è arrivato il momento di mettersi a riposo, perché questa storia non può più andare avanti. Mentre lui rincorre i suoi sogni infranti di gloria come un pazzo sfrenato, decine e decine di migliaia di famiglie calabresi non possono fare la spesa, pagare le bollette, non possono fare un regalo ai propri figli, portare la famiglia anche solo una volta all’anno a mangiare una pizza. E ancora: i giovani non hanno prospettive e la miseria avanza ogni giorno di più. Qualcuno per cortesia può dirgli che nel mentre lui si presta a farsi palleggiare, in Calabria succede anche tutto questo?

Ma tanto che gliene frega a lui, non ha mica il problema della spesa, delle bollette o di fare i regali, perciò ha deciso di giocarsi, sulle spalle dei calabresi, questa partita fino in fondo. Tanto, lui, il lusso di poter aspettare se lo può permettere. Siamo noi che non abbiamo più tempo…