Sanità, Codacons: “Il silenzio del Generale”

CODACONS: IL SILENZIO DEL GENERALE
Cotticelli tace mentre la Regione approva i manager della sanità protagonisti del disastro ed Abramo loda l’auto-nominato direttore generale dell’ASP di Catanzaro.

leri su proposta del Governatore Oliverio sono stati approvati gli elenchi cui attingere per individuare i direttori amministrativi e sanitari.
Il tutto nell’assordante silenzio del Commissario ad acta della sanità calabrese.
Ad inizio agosto il Codacons aveva chiesto l’immediato ritiro di quelle liste dei manager perché “si finirà per affidare la sanità calabrese ai protagonisti del disastro in cui si trova”.
Trovavamo bizzarro che non si fossero verificati i procedimenti penali pendenti di molti futuri manager.

LA LISTA DEI MANAGER

E per attirare l’attenzione del Generale Cotticelli – sostiene Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons – avevamo fatto anche alcuni esempi.
Come quello del dottor Ottorino Zuccarelli, già sindaco di San Fili, che parrebbe essere stato condannato (certo in primo grado) per truffa all’ASP di Cosenza.
Cosi come quello del dottor Pasquale Mesiti, già destinatario di una condanna da parte della Corte dei Conti, che sembrerebbe essere sotto inchiesta a Locri.
Ma anche come la Dott.ssa Angela Caligiuri indagata a Vibo Valentia insieme alla Dott.ssa Elga Rizzo, della quale diremo oltre.
Per finire alla Dottoressa Maria Felicita Crupi che sarebbe sotto processo a Reggio Calabria proprio come il dottor Salvatore Barillaro.
Su questi elenchi – continua Di Lieto – Belcastro e Oliverio dovranno pur dare una spiegazione.

Non vorremmo che con la campagna elettorale alle porte, si continuasse ad utilizzare la sanità per piazzare amici, amici degli amici e teste di legno, buoni solo a raccattare voti.
Avevamo osato chiedere l’intervento del Generale Cotticelli – prosegue il Codacons – ma il suo silenzio è stato più che eloquente.

“LA DONNA CHE VOLLE ESSERE RE”

Ma non finisce qui.
Qualche giorno addietro il Direttore amministrativo dell’Asp di Catanzaro ha deciso di “farsi re”.
In pratica si è auto-nominata Direttore generale, comunicando ai vertici regionali “comunico che dalla data odierna assumerò le funzioni di direttore generale dell’azienda sanitaria provinciale di Catanzaro” ed invece di firmare come Direttore Amministrativo, forse per abituarsi, firma come Direttore Generale.
Immediato il plauso del sindaco di Catanzaro Sergio Abramo che ha fatto storcere il muso a qualche malpensante. Specie se consideriamo gli interessi a gestire una serie di software proprio dell’ASP, tra cui il famoso Cat Hospital.
Ma per la Dott.ssa Rizzo questa è stata un’estate intensa.

Dopo essere risultata tra i magnifici quattro nelle selezioni dell’Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio in un concorso poi sospeso sine die; dopo essersi ritrovata nella lista dei manager approvata proprio ieri dalla giunta regionale; è stata proprio lei l’ispiratrice della delibera 825 del 05 agosto 2019, finalizzata ad “avviare un percorso formativo per i nuovi dirigenti” dell’ASP di Catanzaro decidendo di affidarsi alla “Fondazione Trasparenza di Cosenza “di rinomata e riconosciuta competenza ed esperienza”.

Una delibera “strana” – continua Di Lieto – perché rimanda ad un successivo atto l’impegno di spesa che dovrà sostenere l’Asp nei confronti della Fondazione Trasparenza di Cosenza.
Avevamo chiesto lumi – soprattutto al Generale Cotticelli – su che senso potesse avere una delibera che si trasforma in una mera dichiarazione d’intenti.
Ma non solo.
Ipotizzavamo un danno erariale, atteso che la SNA, Scuola Nazionale dell’Amministrazione, prevede i medesimi corsi di formazione a “costo zero” !!!
Ma allora perché utilizzare danaro pubblico per formare dirigenti quando la Scuola Nazionale dell’Amministrazione offre questo servizio gratuitamente.
Alla luce delle dimissioni del Direttore Generale De Luca, la vicenda sembra farsi più chiara.
In tutto questo il Generale è rimasto a guardare.
Anche per questo motivo – conclude la nota del Codacons – non ci rimane che rivolgerci all’Anac ed alla Magistratura, per cercare di tutelare ciò che resta della sanità calabrese.