Sanità, i figli di papà nella cooperativa Seatt garantiscono… l’impunità

In molti ci chiedono come mai la magistratura e le forze dell’ordine non prendano mai in considerazione l’apertura di un’inchiesta sulla frenetica attività della cooperativa Seatt all’Asp di Cosenza.

Eppure questa cooperativa ha in mano il meccanismo con il quale si porta il personale a tempo nei generosi ranghi della sanità cosentina.

Si chiama lavoro interinale. Un business che produce milioni di euro all’anno per commesse pubbliche soprattutto da parte di Azienda ospedaliera e Azienda sanitaria di Cosenza. Insomma, il regno di Tonino Gentile.

Il suo deus ex machina in questa storia è appunto la cooperativa Seatt (Società cooperativa sociale servizi avanzati tecnologici e terapeutici), una cooperativa a responsabilità limitata di tipo “b” che esiste dal 2000, proprio con la mission di aiutare la sanità.

Gianfranco Ponzio, detto il cinghialotto
Gianfranco Ponzio, detto il cinghialotto

Si scrive così ma si legge Gianfranco Ponzio, alias Tonino Gentile.

Il business viene consumato con la cessione di prestazioni di personale.

Gianfranco Ponzio è l’alter ego di Tonino Gentile. Nel settore della sanità la parola chiave è una: esternalizzare. Cosa impossibile per i servizi medici, ma fattibilissima per altre mansioni. La coop Seatt fornisce da anni molti servizi all’Azienda ospedaliera e all’Asp.

Tonino Gentile e Gianfranco Scarpelli
Tonino Gentile e Gianfranco Scarpelli

Il 10 agosto 2012, Gianfranco Scarpelli, l’ex direttore generale dell’Asp, ha emanato una delibera (la 2513) con cui aggiudicava vari servizi accessori – gestione archivi telematici, trattamento dati, gestione del Centro unico di prenotazione per le prestazioni sanitarie e dei centralini, call center telematico, riscossione pagamenti per i ticket, reception e vari front office – alla cooperativa Seatt.

Si tratta di una procedura ristretta di gara dal valore piuttosto consistente: 850mila euro circa all’anno per tre anni.

L'ex commissario Filippelli
L’ex commissario Filippelli

Scaduta la convenzione, non sono mancati gli ostacoli per il rinnovo ma a maggio, come per magia, Gianfranco Filippelli, il successore “gentiliano” di Scarpelli, ha dato il via libera al rinnovo almeno fino a metà 2016.

La Seatt, stando alle ultime visure camerali, occupa poco più di novanta dipendenti ma impiega pure non pochi precari, a seconda del fabbisogno.

In pratica, molti dipendenti che sono nelle postazioni pubbliche appartengono direttamente al signor Gianfranco Ponzio alias cooperativa Seatt, alias Tonino Gentile alias gabbiano pulito e leggero, che li presta al servizio pubblico per un prezzo superiore almeno quattro volte al loro costo.

Il “trucchetto” è semplice: vengono assunti a tempo, per esempio, al quinto livello e, progressivamente, scalano fino a raggiungere il terzo o addirittura il secondo.

E così Ponzio incassa soldi, fa girare il “grano” e porta voti e consensi alla famiglia più famosa della politica cosentina.

Insomma, siamo davanti al vero e proprio ufficio di collocamento della famiglia Gentile nella sanità.

Ecco, nonostante tutto questo giro di soldi, non succede mai niente, anche se, periodicamente, si parla di pseudoinchieste della “solita” procura di Cosenza.

Il segreto sta nella lista dei dipendenti. C’è un po’ di tutto: anche figli e parenti di giudici, marescialli e influenti tutori dell’ordine. Ovviamente top secret.

Ma ci sono tanti (troppi) clienti della politica e dello stesso potere sanitario. Qualche uccellino ci ha riferito una serie di nomi decisamente imbarazzanti.

Pasqualino Senatore, figlio di Aldo, influente dirigente dell’Asp di Cosenza.

Rosario Mauceri, figlio di Sebastiano, influente dirigente dell’Asp di Cosenza, fedelissimo di Tonino Gentile.

Antonio Aiello, figlio di Salvatore, stimato radiologo del Mariano Santo.

Aniello Caiazzo, parente dell’influente dirigente dell’Asp Nicola Buoncristiano.

Roberta Arnone, nipote acquisita di Tonino Gentile, la moglie del famoso Giò Giò.

E ancora: Andrea Rausa (figlio di Mario), Paola Bruno (figlia di Mario) e Ida Cristiano (cognata di Mario Bartucci). Parliamo di parenti prossimi di tre consiglieri comunali di maggioranza a Rende.

Insomma, tra figli di giudici, marescialli e quant’altro, il buon Ponzio si è assicurato l’impunità perpetua. E tutti vissero felici e contenti.