Sant’Onofrio, i retroscena del voto: ecco come Bruni, Mangialavori e il Pd hanno perso le elezioni

C’era una volta a Sant’Onofrio, in provincia di Vibo Valentia, la lista “Tre Spighe“. Per molti Sant’Onofrio non dirà nulla, per altri ricorderà il clan Bonavota che domina il paese, quelli con la memoria più lunga ricorderanno la sospensione per ordine della Prefettura della processione dell’Affruntata nel 2014  perché gli ‘ndranghetisti avevano imposto i propri affiliati per portare le statue della Madonna, di Gesù e San Giovanni.

Un segnale di potere simile agli inchini davanti alle case dei boss di altre realtà. Pochi sanno che Sant’Onofrio è stata terra di epiche battaglie politiche vere nella prima Repubblica tra comunisti e democristiani. Scontri verbali, inimicizie, famiglie una contro l’altra, il corso del paese diviso in due, da una parte i comunisti con il circolo Aurora e dall’altra parte i democristiani con il loro. Alle elezioni comunali era uno scontro campale tra la lista “Tre Spighe” del Pci e quella de “La Croce” della Dc. Un po’ come il “Don Camillo e Peppone” ambientato nell’Emilia Romagna degli anni Sessanta.

Con l’arrivo della seconda Repubblica e la nascita del Pd la lista de “La Croce” è andata  pian piano scomparendo, rimanendo in vita sempre la lista delle “Tre Spighe” e la rivalità acerrima nel Paese. Molti della lista de “La Croce” sono passati a Forza Italia e alla destra proprio per lo spirito di rivalsa paesano. Tutto questo fino alle elezioni comunali del 2019 quando fu eletto Onofrio Maragò con la lista di sinistra, “Tre Spighe” appunto.

Nel 2021 vinse le elezioni Antonio Pezzo con la lista civica di centrodestra contro lo stesso Maragò sindaco uscente, sempre con la lista Tre Spighe. Dopo due anni si è tornati a votare perché il centrodestra si è spaccato provocando la decadenza di Antonio Pezzo. Per cui si è tornati alle urne il 14 maggio scorso. Da una parte si è avuta la ricandidatura di Antonio Pezzo, il sindaco defenestrato dalla sua stessa coalizione, poi c’ è stata la candidatura, sempre nel centrodestra, di Giuseppe Alibrandi, il protagonista della rottura all’interno di Forza Italia. Tutti si aspettavano come terza lista il candidato di sinistra delle “Tre Spighe”.

E l’ingegno dei dirigenti del Pd locale che ha fatto scaturire? Il “Peppone” di Sant’Onofrio  e diventato Ottavio Gaetano Bruni. Chi è Gaetano Bruni? Gaetano Bruni è un esponente di primo piano del centrodestra da un buon decennio ma prima era di “sinistra”. Vecchio notabile e uomo potente per un buon ventennio. Presidente della Provincia di Vibo per quasi dieci anni con il centrosinistra, uomo di fiducia di Agazio Loiero che lo chiama come sottosegretario nel suo mandato di governatore della Calabria, passa nella sua vita politica alla Dc all’Udc, transitando per Ppi, Pdm (il partito di Loiero) e Pd. Ormai ancorato nel centrodestra diventa il candidato della lista delle “Tre Spighe” a Sant’Onofrio…

O meglio, capendo di averla fatta un po’ grossa gli ideatori di questa gran pensata cambiano nome alla lista presentando la candidatura di Bruni come “Per il bene comune”. Ma tutti a Sant’Onofrio e dintorni sanno che è la lista della sinistra delle “Tre Spighe”. Anche perché molti fedelissimi di Bruni abbandonano il campo schierandosi con Antonino  Pezzo o con Giuseppe Alibrandi.

Il bello della storia è che Gaetano Bruni a Sant’Onofrio ridiventa l’uomo della sinistra, mentre a Vibo Valentia rimane di destra anche perché il figlio Vincenzo è assessore comunale nella giunta Limardo. Cose da pazzi.

Ma non finisce qui: l’ex sindaco Maragò, uomo di sinistra, a Vibo collabora con l’assessore Bruni junior e con la Limardo. Certo, lo fa perché vincitore di concorso ma sembra che sia diventato ormai uno stretto collaboratore tecnico.

E il bello  arriva adesso. L’uomo potente del centrodestra, il capo di Forza Italia, eccetera eccetera, Giuseppe Mangialavori, ha fatto una campagna elettorale a colpi di telefonate e di incontri a favore di Gaetano Bruni e così anche il capogruppo alla regione Calabria Michele Comito. In pratica, per un mesetto abbiamo avuto Mangialavori e Comito in versione “pasionari” di sinistra, a sostegno della lista del Pd…

I vecchi padri del Pci di Sant’Onofrio si stanno ancora rivoltando nella tomba. Purtroppo, per loro, però, quando il troppo è troppo, la gente di Sant’Onofrio si è rivoltata a sua volta e a questo  guazzabuglio tra l’indecoroso e il comico ha preferito votare Antonio Pezzo. Il quale, da buon militante di Forza Italia ha mandato a dire a Mangialavori, raccontano le cronache di paese, che  alle prossime elezioni politiche se li scorda i 400 e passa voti presi nelle ultime politiche a Sant’Onofrio. Nel frattempo, il Pd provinciale che ha assecondato questa bella porcheria inaugura la nuova sede a Vibo Valentia in un loft di oltre 300 mq con vista sul Corso della città con annesso bar, sala ristoro e quant’altro. Così vanno le cose in quel di Sant’Onofrio, provincia di Vibo Valentia.