Sassuolo-Roma, Mourinho infiamma il match. E carica Berardi almeno quanto Spalletti

Uno dice di non temere nulla, ma ammette che ai suoi serve “più cinismo, e maggiore capacità di riconoscere i momenti della gara”. L’altro dice di temere, più che il Sassuolo (“un bel progetto, buoni giocatori, buon allenatore”) e il fatto che ha avuto un settimana intera per prepararsi alla gara di stasera, “l’arbitro, che non ha la stabilità emozionale per una partita di questo livello. Il suo profilo non mi lascia tranquillo, così come il VAR”. Uno, lo avrete capito, è Alessio Dionisi, allenatore di un Sassuolo che, rilanciato dalla vittoria sull’Empoli, cerca il bis contro un avversario di ben altro spessore come la Roma. L’altro è Josè Mourinho, lo Special One le cui dichiarazioni monopolizzano, ovviamente, la vigilia: la procura Figc ha aperto un inchiesta che potrebbe condurre anche a una squalifica.

Perché se è vero che il conto tra i due tecnici è in perfetta parità – un successo per parte e due pareggi – è altrettanto vero che uno, ovvero Dionisi, a fare sul serio ha appena cominciato, affacciandosi alla serie A giusto un paio di stagioni fa, mentre l’altro ha vinto tutto, e dappertutto. E’ sfida nella sfida, la loro in Sassuolo-Roma: i neroverdi perdono Viti e valutano, sulla trequarti, il ballottaggio tra Bajrami e Laurientè, la Roma ritrova Mancini e Spinazzola e pare getti nella mischia Bove dal 1’ appaltando la fase offensiva a Dybala e Lukaku.

Giallorossi stanchi dopo la Coppa? “Non credo: hanno più giocatori in grado di garantire a Mourinho più soluzioni”, risponde Dionisi, che più che guardare alla transizione post-coppa in casa giallorossa punta sui suoi, “e sulle consapevolezze ritrovate dopo una prestazione buona e un risultato ottimo per misurare la nostra crescita”. Ben consapevole, dice l’allenatore del Sassuolo, che “la Roma è la Roma”, e che se sul suo Sassuolo che difende male – 42 gol subiti nelle ultime 21 uscite consecutive – si allunga l’ombra di Romelu Lukaku (“un top player, lo si ferma con il collettivo, non con soluzioni individuali”), anche i neroverdi hanno le loro armi da giocare. Pinamonti, di cui la Roma è la ‘vittima’ preferita, ma soprattutto quel Domenico Berardi che Mourinho non manca di ‘sverniciare’ da par suo: “Esagera nel prendere in giro gli altri, per prendere i gialli, i doppi gialli… Io lo amo e lo odio. È un grande giocatore, ma quel profilo di comportamento in campo non mi piace”, dice lo ‘special’ giallorosso dello ‘special’ neroverde, che invece Dionisi si tiene ben stretto. Contando magari che le esternazioni del vate di Setubal, anziché innervosirlo, carichino Berardinho quanto lo ha caricato, prima di Empoli, l’esclusione dalla Nazionale. Fonte: Il Resto del Carlino