Scalea, l’operazione Re Nudo condotta in tandem dalla Dda e dalla procura di Paola. Il ruolo di Mario Russo

I carabinieri della Compagnia di Scalea e la procura della Repubblica di Paola hanno illustrato, in uno specifico comunicato, i dettagli dell’operazione Re Nudo, che ha portato, tra gli altri, all’arresto dell’ex sindaco di Scalea, Mario Russo. 

Il 16 dicembre, alle prime luci dell’alba, a Scalea, Praia a Mare, Diamante, Bonifati, S. Maria del Cedro e Maratea, i carabinieri della Compagnia di Scalea, a conclusione di una complessa attività investigativa originariamente di competenza della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, e successivamente trasmessa alla procura della Repubblica di Paola, hanno dato esecuzione a 9 ordinanze di custodia cautelare (di cui 3 in carcere e 6 agli arresti domiciliari) e 5 misure interdittive della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio o servizio con divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale…

Si tratta di Mario Russo, Antonia Coccimiglio, Eugenio Vitale, Massimiliano Marino, Paolo Marino, Nicola Oliveto, Massimo Baldo, Giuseppe Mandato, Giuseppe Pintozzi.

Gli indagati sono ritenuti indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere, falsità materiale e ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, truffa aggravata ai danni dello Stato per il conseguimento di erogazioni pubbliche, concussione, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità.

Contestualmente sono state sospese dall’esercizio commerciale con divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale tre ditte di onoranze funebri mentre per cinque autoscuole è stato disposto il sequestro preventivo con interdizione dall’esercizio dell’attività. Infine, sono stati operati numerosi sequestri preventivi diretti o per equivalente sul profitto dei reati di concussione, corruzione e induzione indebita a dare o promettere utilità, su ratei di pensione indebitamente percepiti, e sul profitto percepito per i reati di truffa aggravata per un totale complessivo di 635.604 euro.

Le indagini sono state avviate e coordinate originariamente dalla DDA di Catanzaro e dopo la trasmissione degli atti sono state proseguite dalla procura di Paola, alla quale è stato anche applicato per lo specifico procedimento un magistrato della stessa DDA.

I gravi indizi di colpevolezza per i reati contestati sono fondati sugli esiti delle intercettazioni telefoniche, ambientali e informatiche e si sono appuntati sin da subito sulla figura di un medico legale, in servizio nel Distretto tirrenico dell’Asp di Cosenza (Mario Russo, ndr), che ha mercificato la sua funzione piegandola, anche a fini personali, ed ha posto in essere, con altri indagati, un rilevante numero di illeciti inerenti le visite per l’accertamento dell’invalidità e dell’handicap di cui alla Legge 104/94, le visite per il rilascio/rinnovo delle patenti di guida e le visite per il rilascio di certificati di idoneità per la detenzione ed il porto di armi.

L’indagine, nata presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, all’indomani della conclusione della nota operazione convenzionalmente denominata “Plinius 2”, e successivamente proseguita presso la procura di Paola, ha permesso di disvelare un radicato e diffuso sistema di corruzione nella sanità pubblica del Tirreno cosentino, che si reggeva sulla figura del predetto medico legale (Mario Russo, ndr).

Gli illeciti riscontrati possono così sintetizzarsi:

Reati commessi nell’ambito della Commissione per l’accertamento dell’invalidità e dell’handicap di Diamante;

Reati commessi nell’ambito dell’attività di medico certificatore per il rinnovo delle patenti di guida dell’Asp di Scalea;

Illeciti in materia di visite necroscopiche.