Se ti accalchi e ti contagi, è colpa dei Re Magi

di Antonio Padellaro

Fonte: Il Fatto Quotidiano

Come succede con le fiction di successo, dopo: abbasso il Dpcm che ci ha rubato Betlemme, ecco lo spin-off: se ti accalchi e ti contagi la colpa è solo dei Re Magi (ovvero, Conte, Speranza e Zingaretti). Per la verità a versare calde lacrime sui poveri italiani indotti ad assembrarsi per shopping e cappuccini, poiché caduti in tentazione a opera del perfido cashback governativo, non ci sono gli stessi poveri italiani, forse convinti di averla fatta grossa alla vista delle folli resse domenicali. Invece, tocca ad alcuni commentatori di autorevoli testate spiegarci come la via del peccato sia lastricata di buoni incentivi. Lamentazioni a cui si accoda il sindaco di Milano, Beppe Sala, che liscia decisamente il pelo del diritto allo spritz. Parole assai diverse da quelle pronunciate nel primo lockdown dal medesimo Sala, quando si scagliò contro il popolo dei Navigli, assetato di insalubri aperitivi e assai poco distanziati (ma all’epoca, probabilmente, non aveva ancora deciso di ricandidarsi).

Conoscendo i critici di cui sopra come persone di buon senso, dubito fortemente che nello scorso weekend fossero anch’essi nelle piazze, mescolati alla pazza folla, solo per dare un’azzardosa occhiata alle vetrine. Si chiama discernimento e consiste nella scelta di un determinato comportamento sulla base della situazione in cui ci si trova. E non perché qualcuno ci dica cosa fare o non fare. Per capirci, non ci si tuffa tra le onde di un mare in tempesta solo perché non c’è il comandante del porto a vietarcelo. E dunque, non si sfida il contagio soltanto perché le autorità preposte di governo, o regionali, o municipali – sbagliando a nostro parere – non hanno imposto la zona rossa. Oppure quelle limitazioni nell’afflusso che accompagnate da rigorosi controlli avrebbero potuto contenere il pericolo.

La gente esce di casa e partecipa ad assembramenti folli per un malinteso esercizio della libertà. Senza capire che la libertà è espressione di responsabilità e di rispetto. Assistiamo invece al cinismo di chi non si preoccupa di divenire veicolo di contagio” (Paolo Crepet). Non si poteva dire meglio. Sorprende infine che chi, in questi giorni, considera il cittadino una specie di minorato incapace di muovere (o non muovere) due passi in assenza di una segnaletica superiore sia spesso un fiero avversario dell’invadenza statuale, e tuoni all’occorrenza contro i pubblici poteri se impegnati a comprimere le libertà individuali. A meno che all’origine dell’inutile polemica non vi sia il solito Covid governo ladro. Il che renderebbe tutto più chiaro.