Siena-Cosenza, l’ultimo dubbio di mister Braglia

Lo scorso 22 aprile il Cosenza – dopo lo 0-3 col Rende – si ritrovava al nono posto in classifica, con tre squadre (Casertana, Sicula Leonzio e Virtus Francavilla) alle calcagna, e i playoff in grave pericolo. La reazione dei rossoblu è stata veemente: nelle ultime due gare della stagione i calabresi hanno segnato 4 gol al Trapani e 5 al Francavilla, guadagnandosi il sesto posto alle spalle di Matera e Juve Stabia (avanti di un solo punto).

Quest’anno la stagione dei Lupi è stata molto frammentata: dopo 2 punti nelle prime cinque la squadra, passata da Fontana a Braglia, ha avuto un periodo molto altalenante, prima di crescere in continuità e risultati nella fase centrale del campionato. Una risalita messa in discussione da una serie di sette partite senza vittoria, riscattata dal super finale di stagione.

In questi playoff la squadra rossoblù ha continuato sullo slancio di fine stagione, rendendosi protagonista di un percorso entusiasmante fino alla finale. Dopo la vittoria all’esordio con la Sicula Leonzio, il Cosenza ha superato il (complicato) turno con la Casertana e battuto (due volte) il Trapani e la Sambenedettese prima della sfida in semifinale con il Sudtirol.

Lo scontro coi granata (battuti già tre volte, tra campionato e Coppa) si è risolto con una doppia vittoria, all’andata (2-1) e al ritorno (2-0), un risultato clamoroso che sembrava già allora lanciare la squadra di Braglia verso la corsa finale.

Lo scontro con la Sambenedettese portava con sé molti parallelismi e intrecci: le due squadre rossoblu giocano con lo stesso modulo, tanto per cominciare.

Presi singolarmente, i moduli non sono più che numeri del telefono: quello che cambia sono atteggiamento e interpretazione, la capacità di trovare un equilibrio tra squadra, avversari e finalità della partita. In tal senso, la sfida di andata tra Cosenza e Trapani era già molto indicativa.

Costretti ad (almeno) una vittoria nella doppia sfida, i Lupi hanno aggredito la partita sin dalle prime battute, andando a contrastare il possesso trapanese prima e sambenedettese poi con una pressione molto intensa e orientata sull’uomo. Il modulo a specchio ha aiutato il piano di Braglia, che ha chiesto un lavoro molto intenso alla squadra, e in particolar modo a mediano ed attaccanti.

Cosenza-Trapani

Il Cosenza (schierato col 3-5-2) marca a specchio il Trapani

Palmiero, che partiva davanti alla difesa, doveva alzarsi 20-30 metri per prendere in prima battuta Corapi e Bove (i registi avversari), Okereke e Tutino avevano invece il compito di disturbare la prima costruzione dei tre centrali, con particolare attenzione sui terzi di difesa (così da scongiurare un eventuale alleggerimento verso la fascia).

Quando il possesso passava su uno dei due esterni arrivava la pressione di Corsi (esterno destro) e D’Orazio (sinistro), pronti ad alzarsi fino nella trequarti avversaria, lasciando i tre centrali e l’esterno sul lato debole in copertura.

Cosenza-Trapani

La pressione si alza: Palmiero va a prendere Corapi sin nella trequarti avversaria, e le due mezze ali si stringono sugli avversari; sulla destra, Tutino e Corsi vanno a disturbare il possesso

Un atteggiamento rischioso ma vincente, che ha permesso ai Lupi di prendere rapidamente il controllo del possesso e della partita. Dopo un anno fatto di alti e bassi, la squadra sembra aver finalmente trovato la sua maturità, gestendo al meglio i vari momenti della partita. Le ottime qualità tecniche, del resto, permettono di alternare al meglio momenti di sfogo e di riposo, sempre col pallone tra i piedi.

La squadra ha molti strumenti: il dinamismo di D’Orazio e la forza fisica di Bruccini, le qualità tecniche di Corsi e Palmiero, l’elettricità di Mungo (un trequartista aggiunto), la varietà del duo offensivo. Okereke e Tutino sono una coppia d’attacco pericolosa e imprevedibile, capace di essere – a un tempo – appoggio per la squadra e “distrazione” per gli avversari.A legare al meglio queste due anime c’è David Okereke, classe ’97 di proprietà dello Spezia. Nonostante la giovane età, l’attaccante (arrivato a gennaio) ha trovato subito spazio, evidenziando grandi qualità: tecniche, tattiche e atletiche. Nei mesi a Cosenza il 21enne ha mostrato di essere utile sia nel gioco in verticale che spalle alla porta, dove – nonostante un fisico non “pesantissimo” – ha già mostrato di poter far salire al meglio il pallone.

Nelle otto partite dei playoff l’attaccante ha messo insieme tre gol e due assist. Al suo fianco, Tutino non è stato da meno: dopo una stagione arida (dal punto di vista realizzativo) l’attaccante classe ’96 ha segnato cinque gol nelle ultime due di campionato, ai quali si aggiungono le tre reti segnate in questi playoff.

Rispetto a Okereke, Tutino gioca più in verticale, cercando i movimenti in profondità ed ampiezza richiesti per dare superiorità alle spalle della difesa avversaria. Nei tagli esterni l’attaccante rossoblu si trasforma in un’ala aggiunta, ricalcando il ruolo svolto nelle giovanili del Napoli.

Finora Braglia non ha mai abbandonato completamente il 3-5-2. Fino alla partita di domenica scorsa, nonostante l’assenza di Dermaku, ha preferito inserire un difensore invece che Baclet passando al 4-3-3 salvo poi cambiare all’inizio della ripresa. Oggi il tecnico deve scegliere se continuare a cambiare in corsa o se puntare direttamente sull’effetto Baclet. E’ questo il dubbio tattico dell’immediata vigilia.

Verso Siena-Cosenza

Come giocherà il Siena? Difficile immaginare una squadra all’attacco ma un atteggiamento soltanto rinunciatario rischia di non pagare.

Nelle ultime partite il Cosenza ha dimostrato di poter creare occasioni e spazi anche contro difese basse e schierate come quella del Sudtirol, sfruttando al massimo le qualità tecniche e fisiche di una squadra che – nonostante le tante partite ravvicinate – sembra non aver perso freschezza.