“Sistema Rende”, non regge l’impianto accusatorio: Principe, ora fai i nomi dei “mandanti”

Principe e il "pentito" Cavalcanti

In attesa di chissà quali sconvolgimenti nella vita politica cosentina annunciati da qualche tempo dalla Dda catanzarese, intanto assistiamo al continuo smantellamento dell’inchiesta nota come “Sistema Rende”. L’ultima decisione è stata quella presa su Adolfo D’Ambrosio, che dopo tutti gli altri, è stato scagionato dal Riesame di Catanzaro.

Il “bersaglio” degli inquirenti di Catanzaro era da anni Sandro Principe. Noi di Iacchite’ sappiamo benissimo chi sono i “mandanti” e lo abbiamo più volte scritto e lasciato intendere. Adesso, in verità, aspettiamo con ansia che sia lo stesso Sandro Principe a parlarne e a fare con chiarezza nomi e cognomi.

Insomma, ci chiediamo da chi siano “manovrati” questi pentiti sulle cui dichiarazioni dichiarate farlocche non da Iacchite’, ma nientepopodimenoche dalla Cassazione, è fondata un’inchiesta che fa acqua da tutte le parti.

I nomi li sappiamo e li conosce benissimo anche Principe. Sandro, parla! Ma che aspetti? Certo, un po’ ti capiamo. Aspetti l’udienza di febbraio. Speri in un atto di coraggio del Gup?

Sandro, sei antipatico e arrogante, ma sei sicuramente un Uomo con la U maiuscola e da te ci aspettiamo qualcosa di forte: fai i nomi di chi ti avrebbe voluto dentro.

Nell’intervista a Ten del 15 luglio 2016 ci sei andato vicino: «… Mi avevano detto che Cavalcanti non era proprio il soggetto ideale per quello che volevo, ma mi fidavo di lui. Quando poi ho capito che la sua personalità “soffriva” per la mia presenza, non sono più andato neanche al Comune e questo è stato il mio più grande errore. Non solo perché così ho tradito la fiducia di tante persone che mi avevano sostenuto, ma anche perché in quei mesi, giocoforza, è nata quella architettura politico-giudiziaria che ha dato il via libera all’operazione contro di me. Del resto, il commissario che ha preso in mano il Comune di Rende è uno stretto collaboratore del ministro dell’Interno Alfano e sapete tutti chi sta con Alfano in Calabria…».

Intanto la giustizia farlocca è stata messa al tappeto dal Riesame di Catanzaro che ha scarcerato D’Ambrosio, l’uomo che avrebbe fatto l’accordo con Principe. Insomma ci troviamo davanti a qualcosa di poco comprensibile. La Dda accusa Principe di aver fatto un accordo con D ‘Ambrosio, mentre la Cassazione prima e il Riesame qualche giorno fa sostengono che D’Ambrosio non ha fatto accordi con Principe. Ci chiediamo a questo punto di cosa Principe debba rispondere. Con chi avrebbe fatto l’accordo elettorale per il quale è stato tenuto mesi e mesi ai domiciliari.

La risposta è sempre la stessa. C’è qualcuno che ha tramato contro Principe. E questo qualcuno sta tramando ora contro Orlandino Greco.

Sappiamo bene e lo abbiamo scritto più volte, che è la squallida figura del Cinghiale ad aver tentato per anni di far arrestare Principe in un primo momento senza riuscirci. Ora ci sta tentando con Orlandino Greco e, per dirla tutta, anche con altri.

Ne deriva che la “missione Principe” è stata conclusa, ma sembra ormai smontata, quella con Orlandino ancora no. Noi siamo certi che Principe e Orlandino abbiano capito chi li ha traditi politicamente e sul piano umano e sappiano come debbano comportarsi.

E per il resto ci affidiamo alla “volontà” di Gratteri.