Strage di Erba, caso riaperto grazie a due giornalisti reggini: “Su Rosa e Olindo ci prendevano per pazzi”

Si riapre il caso sulla strage di Erba: Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati in via definitiva all’ergastolo, sarebbero innocenti. Ne è convinto il pg di Milano Cuno Tarfusser che, su input della difesa, ha avanzato richiesta di revisione del processo. Nella strage morirono Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk di soli 2 anni, la nonna del piccolo Paola Galli e una vicina di casa, Valeria Cherubini.

La richiesta, si legge nell’atto di 58 pagine in possesso dell’Adnkronos, viene sollevata dal magistrato “in tutta coscienza, per amore di verità e di giustizia e per l’insopportabilità del pensiero che due persone, probabilmente vittime di errore giudiziario, stiano scontando l’ergastolo“.

I due giornalisti reggini grazie ai quali riapre il caso sulla strage di Erba

Tra coloro che hanno sempre creduto nell’innocenza di Rosa e Oolindo ci sono due giornalisti reggini: Antonino Monteleone, de Le Iene, e Felice Manti, de Il Giornale.

Mi scoppia il cuore di gioia! Questa gioia la voglio condividere con voi che mi avete supportato in questi cinque anni durissimi.
E la dedico a tutti quelli che parlano senza sapere NIENTE di questa storia. ANDIAMO AVANTI“. Lo aveva scritto qualche giorno fa sui social Antonino Monteleone, proprio in riferimento al riapertura del caso sulla strage di Erba.

Ci prendevano per pazzi, ci hanno detto che eravamo complici degli assassini, ci hanno ostracizzato, deriso, insultato – ha scritto oggi Felice Manti -. Oggi dopo 16 anni la verità sulla Strage di Erba è più vicina grazie al coraggio di un magistrato che ha studiato le nostre inchieste giornalistiche e ha creduto alla nostra battaglia per far uscire dal carcere due innocenti. La palla passa al sistema giustizia, che deve decidere se autoemendarsi o affondare definitivamente – scrive ancora Manti –. Sul Giornale ci sono le indicibili risposte ai dubbi che con Edoardo Montolli e Antonino Monteleone abbiamo sollevato dal 2007. Chi pensa che il giornalismo sia morto si sbaglia“. Fonte: Strettoweb