Castrolibero. Orlandino e Foggetti: chi dice la verità?

Gli ultimi anni sono stati difficili per Orlandino Greco, che oggi ha trovato definitivamente il “coraggio” di ricandidarsi sindaco di Castrolibero nonostante un processo in corso.

Dopo la sua clamorosa elezione a consigliere regionale del 2014, qualcuno ha deciso che dovesse pagarne il prezzo. E così, dopo pochi mesi, un noto giornale on line vicinissimo a Minniti (ma oggi anche ai peggiori fratelli della politica calabrese) aveva diffuso a mo’ di azione di killeraggio giornalistico “pilotato” i verbali secretati dei pentiti Foggetti. E non solo: passato qualche altro mese, quello stesso giornale (imbeccato chissà da chi…) aveva “profetizzato” una richiesta di arresto della Dda nei suoi confronti, che dopo qualche tempo è stata respinta. Anche se il processo per voto di scambio, corruzione elettorale e concorso esterno in associazione mafiosa si è ugualmente aperto e preoccupa non poco Orlandino, che giustamente ha affiancato un altro avvocato di grido – Enzo Belvedere – al pessimo Sammarco. la cui stella s’è ormai affievolita da tempo dopo che i suoi “assistiti” (chissà perché…) finiscono sempre nei guai e vengono “killerati” finanche dai media di regime.

Ma torniamo a noi. Ormai lo sanno tutti: il nome di Orlandino Greco ricorre spesso nei verbali del pentito Ernesto Foggetti diffusi a Cosenza dopo la fuga di notizie provocata dalla mancata cancellazione degli omissis. Le ipotesi di reato sono voto di scambio e corruzione elettorale.

Negli atti che costituiscono il processo “Nuova Famiglia” questi verbali secretati, trasmessi direttamente dall’ufficio dell’allora pm Pierpaolo Bruni, ma abilmente “violati” da qualcuno che ormai conoscono tutti, contengono molti spunti che portano al livello politico. E qui, a quanto pare, è cascato anche Orlandino. Il pentito Foggetti, almeno dalla pubblicazione dei verbali secretati, lo ha chiamato pesantemente in causa in due occasioni e parla apertamente di accordi sottobanco con tanto di versamento di denaro da parte di Greco.

Al di là del chiaro intento di volerlo mettere in croce e quasi “sacrificare”, evidentemente per questioni politiche all’interno del Pd, non c’è dubbio però che occorra svolgere una seria analisi sull’irresistibile ascesa del giovane Orlandino.

Greco è stato un enfant prodige della politica cosentina partendo dalla sua piccola Castrolibero. Dopo l’apprendistato, nel quale ha combattuto ad armi pari contro un vecchio marpione come Vincenzino Aiello (con il quale ormai ha fatto pace andando ben oltre il patto di non belligeranza del 2018 e arrivando alla clamorosa lista civetta di queste elezioni) e ha consumato qualche esperienza giovanile con il Fronte della Gioventù, Orlandino fa il salto di qualità e si prende Castrolibero diventandone sindaco con percentuali bulgare.

Non sottovalutate la cittadina alle porte di Cosenza. Da queste parti storicamente sono accaduti molti fatti importanti. Non solo in ambito politico.

Greco, giovane sindaco di Castrofranco, nell’immaginario collettivo dei cosentini che abitano ad Andreotta, Rusoli, Garofalo e Serra Miceli, è il ragazzo dalla faccia pulita. Quello che fa politica ma non sembra neanche un politico. Lontano dai potentati e apparentemente indipendente.

Orlandino è sempre stato corteggiato dalla famiglia Gentile ma non si è mai piegato al loro carisma (per usare un eufemismo). A causa dei Gentile, per esempio, è andato in crisi uno dei più importanti rapporti di amicizia di Orlandino ovvero quello con Aldo Figliuzzi. Che con i Gentile ha stretto rapporti politici allontanandosi dal suo vecchio amico.

Greco però non può dire di non conoscere Foggetti e anche quando, attraverso il nostro profilo Fb, commentava i contenuti delle sue dichiarazioni, è sembrato un po’ contraddittorio.

“Non conosco il soggetto – scrisse Orlandino -, non ho mai avuto rapporti e poi basta che il magistrato acquisisca verbali di diverse denunce del sottoscritto nei confronti di alcuni affiliati al clan per chiarirsi le idee…”.

Delle due l’una: se non conosce il soggetto, e quindi non ha mai avuto niente a che fare con lui, non può dire di aver denunciato alcuni affiliati al clan, che evidentemente sono sodali del “soggetto”. Di conseguenza, se conosce i sodali, conosce anche il soggetto.

Sul fatto che Orlandino abbia un’immagine pulita non ci piove. E’ sempre stata la sua forza. Magari avrà anche fatto qualche denuncia ma che abbia avuto qualche contatto con la numerosa famiglia dei Foggetti è praticamente scontato.

Ai tempi delle vacche grasse i Foggetti stazionavano molto spesso tra Castrolibero e la zona dello stadio. Non era affatto raro incontrarli anche nei bar: alla Conca d’Oro soprattutto ma anche al Daily, il bar del Quotidiano della Calabria. Ci sembra poco credibile che Orlandino non li conoscesse, anche se gli possiamo concedere l’attenuante dell’esagerazione del racconto del pentito.

Greco, per difendersi, sostiene che “se leggessi bene le dichiarazioni del soggetto, capiresti che sono solo bufale e illazioni che addirittura si riferiscono al 2002 o 2003. Cerca invece poi di sapere cos’è successo qualche anno dopo e capirai tante cose…”.

Orlandino viene eletto sindaco nel 2003 ed è proprio da allora che comincia il corteggiamento nei suoi confronti da parte dei Gentile. Con tanto di spaccatura della sua amicizia con Figliuzzi.

E’ evidente che Orlandino si riferisce a questo spartiacque della sua carriera e della sua stessa esistenza. Ed è possibile che stia pensando a qualche rivelazione “mirata” da parte dei pentiti della famiglia Foggetti che, stranamente, non chiamano quasi mai in causa i Gentile. Con i quali, però, ormai fila d’amore e d’accordo se è vero – com’è vero – che il suo candidato (il sindaco di Castrolibero Giovanni Greco) e la figlia di Pino il Cinghiale grosso (Katya) si sono candidati nella stessa lista: Forza Mafia, pardon Italia. E che Aldo Figliuzzi in queste elezioni fa parte addirittura della sua lista: più di così si muore.

Chissà se queste cose Orlandino le avrà dette alla Dda di Catanzaro, dalla quale è stato interrogato tre volte. Ma, in ogni caso, alla fine, nonostante l’impegno del procuratore Gratteri (da maggio 2016 e fino al 2018), l’arresto nei suoi confronti non è arrivato e Orlandino aveva già deciso di ripresentarsi al giudizio degli elettori, anche se solo quelli del suo paese di Castrolibero e anche se solo nelle vesti di consigliere comunale. Il processo non è finito ma Orlandino ha rotto ugualmente gli indugi: lui spera di essere assolto e visto che è ancora relativamente giovane di ritornare a fare il protagonista dei salti della quaglia e della politica clientelare e borderline che l’ha fatto ricco. E ovviamente spera che, avendo risolto i problemi con i Cinghiali, abbia risolto anche quelli con la Giustizia. Gli si può dar torto? Intanto ritornerà sindaco di Castrolibero per… mancanza di avversari, poi si vedrà: le strade dei… Cinghiali ma anche dei parassiti sono infinite.