Tangenti Anas: ecco la “Dama nera”

Nel corso della conferenza stampa romana sugli arresti per le tangenti all’Anas, è stata diffusa la fotografia della “Dama nera”, la rossanese Antonella Accroglianò, con gli occhi oscurati.

Per quanto riguarda le ricadute calabresi dell’inchiesta, tutto ruotava intorno a lei e al fratello Galdino, nipoti del vecchio Peppino Accroglianò, democristiano d’altri tempi, che era riuscito a piazzare Antonella prima all’Iri e successivamente all’Anas. La Accroglianò ormai da vent’anni si era trasferita definitivamente a Roma mentre suo fratello ha fatto politica alla meno peggio in tutti questi anni. E Meduri si è proposto da oscuro faccendiere in questa brutta storia.

Bisognava sistemarlo: fallita l’operazione elettorale, Meduri ha cercato di mediare con il presidente della Regione Mario Oliverio per inserirlo in una delle società partecipate.

«La mia sensazione leggendo le carte, che sono prevalentemente, ma non solo, intercettazioni, è la sensazione deprimente della quotidianità della corruzione», ha spiegato il procuratore Pignatone. «La principale indagata (chiamata la ‘Dama Nera’) va in ufficio per lavorare – ha chiarito il procuratore – ma il suo lavoro è gestire il flusso continuo della corruzione: c’è la borsa sempre aperta, arriva qualcuno e ci mette una busta. Tratta pure male i collaboratori, che non sono ritenuti all’altezza nell’avere a che fare con gli imprenditori per riscuotere le mazzette. La sensazione della lettura di queste carte è la quotidianità della corruzione vista come cosa normale».