Terremoto in Turchia, Paolo Messina (Cnr): l’Anatolia spostata di 3 metri

«In ogni terremoto si verifica un movimento sul piano di faglia, chiamato anche piano di frattura, che avviene lungo il confine tra le placche. Questo fenomeno è istantaneo e dipende dalla quantità di energia liberata durante l’evento sismico che provoca il terremoto stesso». Lo spiega all’AGI Paolo Messina, ricercatore associato presso l’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igag), spiegando che l’Anatolia si è spostata di circa 3 metri dopo la forte scossa registrata in Turchia alle 2:17 di stanotte, alla quale ne sono seguite ancora altre causando il decesso di migliaia di persone.

E’ salito ad oltre 2.600 morti il bilancio del terremoto che ha colpito il confine tra Turchia e Siria. Sono 810 i morti del sisma nella sola Siria, che si aggiungono a circa 1.500 in Turchia. I feriti nella sola Turchia sono almeno 7.600 mentre in Siria sono oltre 1.280. A questo sisma ne è seguito un altro in mattinata – alle 11:24 ora italiana, di magnitudo 7.5 – mentre secondo l’Istituto geofisico statunitense USGS le scosse di assestamento sono almeno 31 finora. In Turchia si contano almeno 1.014 morti e circa 5.385 feriti. Il terremoto, definito dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan «il più grande disastro nel Paese dal 1939», ha visto la mobilitazione della comunità internazionale.

Il governo turco fa sapere in una nota che «finora è giunta la segnalazione di un totale di 2.824 edifici crollati. Questo potrebbe causare fino a otto volte più vittime rispetto agli oltre duemila morti riportati dai bilanci provvisori. La previsione arriva dall’Oms.

«Generalmente – continua l’esperto – questi movimenti possono variare da pochi centimetri fino a diversi metri in funzione della magnitudo del terremoto. In questo caso, vista l’enorme quantità di energia accumulata, è stata osservata una traslazione della placca araba di circa tre metri verso Nordest-Sudovest rispetto a quella anatolica. Le due placche si interfacciano lungo il piano di frattura e hanno provocato un movimento relativo considerevole».