Tortora, impianto di San Sago. Il rischio che ritorni in funzione è sempre più concreto

La questione dell’impianto di San Sago a Tortora (Alto Tirreno Cosentino) ha coperto i decenni della costa. Un impianto non voluto dalla comunità che da sempre è vigile e attiva sul tema. Di recente una petizione ha raccolto migliaia di firme. Il rischio che ritorni in funzione è sempre più concreto anche per ritardi burocratici delle amministrazioni a vari livelli (qui un riassunto: https://www.iacchite.blog/tortora-la-riapertura-dellimpianto-di-san-sago-e-il-ruolo-del-maresciallo-carlomagno/ ). La storia dell’impianto di San sago è però l’ennesima vicenda in cui imprenditoria rapace e istituzioni vanno a braccetto sicure delle coperture di chi dovrebbe vigilare. Ad esempio, un tale carabiniere, Carlomagno, che secondo alcune carte della Guardia di Finanza veniva finanziato dai proprietari. L’ufficiale ritorna sul territorio e nel frattempo si va verso la riapertura. Due a zero contro i cittadini.

SCALEA, CHI VUOLE IL CHIACCHIERATO CARLOMAGNO COMANDANTE DEI CARABINIERI?

di Saverio Di Giorno

Tutto il Tirreno Cosentino (o forse la Calabria?) si sta chiudendo. Gli spazi che sembravano potersi aprire – e che forse in parte si erano aperti – di partecipazione, di conquiste o semplicemente di novità si stanno ritraendo velocemente. Sicuramente le condizioni materiali sono peggiorate e quindi le possibilità di partecipazione e scelta. Questo, però, ha permesso il ritorno di influenze dirette o indirette, di famiglie e potentati che avevamo sperato di relegare alla regione della memoria. Il nome che circola come prossimo comandante della caserma dei carabinieri a Scalea ne è la prova.

Non si tratta solo della ritrosia dei calabresi semplicemente nel dare un’opinione per paura di ritorsioni. Quella c’è sempre stata: non ci si dà appuntamenti ai bar per paura di essere visti e nemmeno si mette like su Facebook. Il regime di Putin è meno oppressivo. Tutto questo è, se possibile, peggiorato e le influenze dei nomi ombra della politica sono tornati a farsi sentire in maniera prepotente nei discorsi sussurrati per strada. E i nomi sono i soliti: Nicola Adamo su tutti, che nonostante non sia presente direttamente sembra mantenere una sua forza nel Cosentino. Sono tanti gli amici, i conoscenti che a lui evidentemente devono tanto e restano deferenti. Ma c’è dell’altro. Elementi e movimenti che, se guardati nel loro insieme, o sono coincidenze o sono preoccupanti. In ordine: tra molte fonti autorevoli circola la voce che presto ci sarà una new entry a tra i carabinieri di Scalea con funzioni direttive: tale Carlomagno. Un nome che non è nuovo sul territorio secondo quanto scrivevano i finanzieri stessi.

Su Carlomagno (tra gli altri) esistono una serie di intercettazioni della Guardia di Finanza che risalgono al periodo 2014/2015. Il suo nome è legato alle aziende Recuperi Srl e Ecologica srl, aziende operanti negli impianti di San Sago (https://www.iacchite.blog/tortora-il-depuratore-killer-di-san-sago-rischia-di-riaprire-vi-spieghiamo-perche/ ). Forte dei suoi rapporti con i proprietari “di fatto o di diritto” dell’impianto, scrivono gli investigatori, si opera per far assumere persone. Risulta quindi in contatto con persone inquisiti relative alla stessa vicenda (Lo Noce), ma anche tale Impieri Francesco poi accusato di usura. Addirittura, in tali documenti si legge che Carlomagno veniva “stipendiato” parallelamente affinché fosse una sorta di appoggio nella zona.

Vi è di più. Tale Carlomagno era anche in stretti rapporti di amicizia con il procuratore Greco, testimoniati dal fatto che è chiamato a testimoniare in suo favore in un procedimento a carico. Chi sia questo ex-pm di Paola i lettori di Iacchite’ lo ricordano bene. Oltre all’incompatibilità ambientale che ha portato al suo trasferimento e gli interessi confliggenti nel comune di Scalea, anche le intercettazioni che lo riguardavano “dimenticate” da Luberto (https://www.iacchite.blog/scalea-le-avventure-di-luberto-mario-russo-e-jole-santelli-la-geometria-non-e-un-reato/). Qui invece l’intercettazione nella quale si leggeva: “alla procura ti proteggo io … Greco è amico mio …” https://www.iacchite.blog/giustizia-nel-caos-le-indagini-di-facciolla-sulla-clinica-tricarico-e-il-ruolo-di-don-magorno-di-saverio-di-giorno/Notizia simpatica a corredo: Luberto è tra gli undici candidati, sebbene abbia scarsissime chances, alla procura di Paola (alla fine l’hanno rimesso procuratore aggiunto a Catanzaro, sic!).

È opportuno che un tale nome per via dei suoi rapporti con il territorio venga preso in considerazione per un posto direttivo a Scalea? Ma forse la domanda dovrebbe spingersi ancora oltre nel chiedere chi fa circolare tali possibilità o chi organizza le gerarchie. Questa possibilità rende ancora più importante (ed inquietante) la domanda – a questo punto più che legittima – che si poneva il sindaco di Santa Maria del Cedro qualche settimana fa. Chiedeva: come mai le varie autorità non vedono gli abusi o non intervengono: non hanno forze sufficienti? Sono impegnate in questioni più importanti come i concerti della zona? Oppure nella scala gerarchica “non hanno avuto il placet” per agire?