Trebisacce, arrestato il sindaco Mundo: il caso dell’autostazione abusiva e sequestrata

La bufera giudiziaria che si è scatenata oggi sul Comune di Trebisacce, con l’arresto del sindaco Francesco Mundo, era stata in qualche modo già anticipata a marzo 2020, quando i militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Sibari, nell’ambito di indagini delegate dalla procura della Repubblica di Castrovillari, avevano eseguito un’ordinanza di sequestro preventivo del Gip di Castrovillari avente ad oggetto l’Autostazione per gli autobus di Trebisacce, in corso di realizzazione, per un valore complessivo dell’opera sinora realizzata, di circa 1 milione di euro.

Dalle indagini, coordinate da Luca Primicerio, sostituto procuratore presso la procura della Repubblica di Castrovillari (lo stesso che ha chiesto e ottenuto l’arresto del sindaco Mundo), sono emersi una serie di gravi elementi che lasciano ipotizzare una serie di condotte illecite perpetrate dagli indagati (privati imprenditori, amministratori pubblici, dipendenti comunali e pubblici ufficiali, in concorso tra loro, tra i quali il sindaco di Trebisacce Franco Mundo), nell’ambito della procedura di gara in “Project Financing” (operazione economico-finanziaria rivolta ad un investimento specifico per la realizzazione di un’opera e/o la gestione di un servizio, su iniziativa di promotori privati o pubblici), avente ad oggetto l’aggiudicazione del contratto di concessione, di progettazione, costruzione e gestione (per la durata di anni 79) dell’autostazione, per un valore complessivo di € 850.000.

In particolare, dagli atti, come accertato dalle Fiamme Gialle, è emerso che la pubblicazione del bando di gara è stata effettuata esclusivamente sull’albo pretorio digitale comunale anziché sulla Gazzetta Ufficiale (così come previsto dalla normativa di settore per gli appalti di tale importo). Ciò avrebbe condizionato, anche alla luce di altri elementi emersi dall’indagine, la scelta del contraente, non permettendo la partecipazione alla gara di altre ditte a livello nazionale e favorendo l’unica società (del luogo) partecipante, la quale si è assicurata l’area del Comune. Da qui, alla luce dell’attuale quadro indiziario, il turbamento della procedura di gara.

Inoltre, dalle indagini, sulla base dei documenti acquisiti, risulterebbe che l’opera è completamente abusiva, a causa dell’omessa richiesta della autorizzazione paesaggistica, dell’attività di verifica di conformità dell’opera alle normative edilizie ambientali/paesaggistiche e della redazione dell’atto di validazione, in violazione delle prescrizioni previste dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. Ciononostante, previo parere di regolarità tecnica, il progetto è stato approvato con deliberazione della Giunta Municipale. I reati per cui si procede vanno dall’Abuso d’ufficio (art. 323 C.P.) alla Turbata libertà del procedimento di scelta del contraente (353 bis C.P.), ai reati previsti dal T.U.E. – Testo Unico Edilizia (D.P.R. 380 del 2001) nonché dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.