Tribunale di Cosenza. La Mingrone “lavora” solo qualche ora alla settimana

Maria Luisa Mingrone, presidente del Tribunale di Cosenza

Il buon senso, la necessità di organizzare il lavoro, il rispetto del ruolo istituzionale ricoperto, nonché l’attaccamento al proprio dovere (si presume), vorrebbe che il presidente del Tribunale fosse il primo ad entrare in ufficio e l’ultimo ad uscirne. Come si dice: il capo per essere un buon capo deve dare il buon esempio.

La regola invece vuole, quando manca il buon senso, che tutti i dipendenti pubblici si presentino al proprio posto di lavoro all’orario stabilito dal contratto.  E il presidente del Tribunale non fa eccezione. Tranne il nostro (e ti pareva!).

La dottoressa Mingrone, presidente del nostro Tribunale, gli orari di lavoro se li stabilisce da sola: lunedì assente. Di lavorare il lunedì come si sa nessuno ne ha voglia. Come diceva Vasco: la Mingrone odia i lunedì.

Martedì mezza giornata, perché la Mingrone, che vive fuori Cosenza, deve preparare la valigia, la 24 ore con tutte le carte, mettersi in macchina e raggiungere Cosenza e, gira vota e riminia, arriva in ufficio nel tardo pomeriggio, qualche ora e via.

Mercoledì giornata piena: arrivo in ufficio non prima delle 10,00. Pausa pranzo alle 13,00 fino alle 14,30. Pennichella pomeridiana dalle ore 14,45 fino alle 17,00. Ore 17,30 ritorno in ufficio fino alle 19,00.

Giovedì stessa giornata del mercoledì.

Venerdì mattina, a differenza di tutti gli altri comuni mortali, per la Mingrone inizia il week end. Ore 09,00 partenza da Cosenza per ritornare alla sua città, e ci vediamo martedì mattina, salvo imprevisti. Il tutto per uno stipendio mensile uguale a quello di 23 lavoratori delle cooperative sociali di Cosenza messi insieme.

Ci vo culo ‘ntra vita.

Quello dei giudici è un mondo a parte. Non sono soggetti a nessun controllo, possono fare quello che gli pare, godono di privilegi pari a quelli dei politici, e se sbagliano non pagano. Il loro operato è insindacabile. Nessuno si sognerebbe mai di dire al presidente del Tribunale che in fondo anche lei è un dipendente pubblico e più degli altri dovrebbe rispettare regole e legge e dare il buon esempio. I nostri politici sono troppo vigliacchi per fare questo. Nessuno si mette contro il Tribunale. E’ la lobby più potente d’Italia. Perché usano le prerogative derivanti dai poteri che lo stato gli conferisce per fini privati. Se gli rompi le scatole ti fanno arrestare, o ti rendono la vita complicata. E questo a Cosenza è prassi.

A Cosenza nessuno dice niente sugli insabbiamenti, sulla corruzione diffusa, figuriamoci sull’orario di lavoro.

Del resto oggi è una bella giornata e passarla nelle polverose stanze del Tribunale è un abominio, meglio restare al mare a prendere la tintarella piuttosto che in Tribunale, insieme alla Manzini, a pettinare bambole.