Tropea. C’era una volta Legambiente, ora rischia di iscrivere Peppe ‘ndrina

C’ERA UNA VOLTA LEGAMBIENTE

Nello scorso mese di agosto a Tropea si è svolta una manifestazione per la consegna delle cinque vele da parte della Legambiente al Principato guidato dal Principe Macri, dove da qualche giorno è arrivata la Commissione d’accesso antimafia.

Ad agosto le cronache locali hanno parlati di grande entusiasmo e tanto bla bla bla da parte di tutti i protagonisti. Purtroppo anche dai rappresentanti di Legambiente che continuiamo a considerare un’associazione seria. Forse una risposta a questo scivolone di Legambiente la si trova dalle stesse parole del sindaco Macri: “… Abbiamo lavorato tanto con il circolo Legambiente di Ricadi, siamo consapevoli dell’ottimo lavoro svolto e questo riconoscimento ci spinge a fare sempre di più dal punto di vista ambientale, nella consapevolezza dell’importanza della tutela dell’ambiente, così come quella della cultura. Questi riconoscimenti sono importanti perché ci permettono di ottenere dei riscontri in termini di pubblicità che fanno tantissimo per un piccolo comune come Tropea, e lo aiutano a crescere e a mostrarsi come meta di vacanze per i villeggianti”.

Quindi sembra di capire che un riconoscimento che parte da vecchie amicizie.

L’amicizia è una cosa seria, come la vicinanza territoriale e i contatti personali. Il sindaco ha chiarito che in fondo il riconoscimento della Legambiente non è altro che un fiore all’occhiello da appuntarsi per fare un po’ di propaganda. E lui di propaganda se ne intende, vedi le presenze numerose di giapponesi e asiatici a Tropea in questa estate dopo il suo viaggio primaverile in Giappone mentre la Madonna dell’Isola franava.

Alla iniziativa era presente anche la presidente Legambiente Calabria che ha dichiarato: “La Guida Blu che Legambiente redige, insieme al Touring Club, è una guida importante che, attraverso l’attribuzione delle vele segna le caratteristiche di un territorio dal punto di vista dei criteri ambientali, in primo luogo, ma anche della qualità dei servizi turistici e dei servizi ricettivi”. Poi ha aggiunto: “Le Cinque Vele a Tropea devono essere un incentivo e un percorso che dovrà essere sviluppato in tutta la regione per far sì che questa nostra Calabria, una bellissima terra, diventi sempre più ecosostenibile”.

In più ha voluto rimarcare: “Vorrei sottolineare che questa regione ha tante criticità, ma allo stesso tempo enormi positività che devono essere valorizzate”. Ora alla presidente/a  Anna Parretta vorremmo chiedere se nell’assegnazione delle cinque vele a Tropea la Legambiente, di cui  riconoscevamo serietà e rigore, abbia valutato anche le criticità di Tropea. E’ troppo chiedere come si fa a dare le vinque vele ad una località dove parte del costone dove sorge la Madonna dell’Isola è una zona a rischio crolli e frane e dove la spiaggia antistante è interdetta all’utilizzo dei bagnanti. Per non parlare del divieto di navigazione nelle acque antistanti la Madonna dell’Isola.

Se poi andiamo a parlare di depurazione, peggio mi sento. Con il depuratore consortile che si trova in territorio di Parghelia, ma che utilizza l’intera comunità di Tropea, che si trova nell’alveo di un torrente con il pericolo continuo di procurare allagamenti. E infine con il suo Porto che nasce alla foce naturale di un torrente che a sua volta è stato interrato e che spesso provoca allagamenti. Un Comune dove quasi tutti i principi fondanti di Legambiente sono stati traditi e violati, dalla difesa del territorio alla depurazione.

Ci spieghi la Presidente della Legambiente Calabria i criteri di  attribuzione delle cinque vele a Tropea. Loro che giustamente per molto meno hanno messo sotto accusa sindaci e amministratori di altre realtà e di altre regioni.

Infine la presidente Anna Parretta ci spieghi la presenza di Giuseppe  Mangialavori e di  Rosario Varì alla manifestazione di consegna dei premi. Il primo non è presidente della commissione ambiente in Parlamento, il secondo non è assessore all’Ambiente. Come mai questa presenza?  E gli altri  parlamentari e consiglieri regionali sono stati invitati? Sembra quasi che sia stato un voler rimarcare da parte di Mangialavori, che è uscito dalle catacombe dopo tanto tempo, che il territorio, il Vibonese è cosa sua o meglio cosa nostra. Fa specie vedere che Legambiente si presti a simili trovate pubblicitarie senza alcuna rimostranza o presa di distanza. Anzi foto a gogò, con sorrisi, pacche sulle spalle, in fondo siamo tutti amici. Vuoi vedere che tra qualche settimana, magari anche per darsi un tono Mangialavori, noto ambientalista… , comunicherà la sua iscrizione alla Legambiente? Povera Calabria nostra.