Unical per la Palestina. Usb solidale con l’occupazione dell’Aula Caldora

Esprimiamo la nostra più piena solidarietà alle studentesse e agli studenti dell’UNICAL che stanno con grande determinazione portando avanti in solidarietà al Popolo Palestinese una importante mobilitazione cui come Organizzazione Sindacale siamo partecipi. Studenti con i quali siamo scesi in piazza a Cosenza il 17 novembre, in occasione dello Sciopero della Scuola e del Pubblico Impiego.

L’occupazione dell’Aula “Caldora” sta facendo diventare quel luogo uno spazio dove si sperimentano confronto, dibattito, collegamenti con le iniziative che si svolgono negli altri Atenei, approfondimento e studio su storia e attualità di quella tormentata regione e sull’oppressione e i diritti negati che il Popolo Palestinese vive sulla sua terra da decenni. Occupazione che sta continuando anche dopo la pessima posizione assunta dal Senato Accademico dell’UNICAL, a dimostrare che nel mondo universitario si esprimono ben altre posizioni, slegate dagli interessi particolari e da calcoli di bottega.
Il lavoro di inchiesta che in tutto il Paese si sta svolgendo collettivamente, sta facendo emergere i ripugnanti affari che gli Stati europei compresa l’Italia hanno con Israele, quanto la ricerca anche accademica sia finalizzata alla creazione di nuove tecnologie militari che anche Israele utilizza, il traffico di armi verso quel Paese che oggi sta compiendo un vero e proprio genocidio. Traffico che vede coinvolte ditte italiane anche pubbliche, come la Leonardo s.p.a., il cui maggior azionista è il Ministero dell’Economia e Finanze e che, nel silenzio tombale delle altre Organizzazioni Sindacali, i lavoratori di Genova del Collettivo del Porto e dell’USB hanno bloccato.

La mobilitazione studentesca sta inoltre avendo il grande merito anche di smuovere le coscienze e svegliare dall’apatia e dall’indifferenza un numero crescente di studentesse e studenti. E pure di far emergere ambiguità e connivenze di tutti coloro che si professano equidistanti, dimenticando volutamente e in palese malafede che l’unico aggressore anche in questa occasione è Israele, da sempre forte dell’appoggio dell’imperialismo USA e del silenzio complice di molti.