Uno schiaffo che risveglia la Calabria (di Cosimo De Tommaso)

Uno schiaffo che risveglia la Calabria

di Cosimo De Tommaso, sindaco di San Lucido

Aver dichiarato la Calabria “zona rossa” rappresenta l’ennesima mortificazione di una regione che, nonostante le molte difficoltà, è stata in grado sino ad oggi di combattere dignitosamente la battaglia contro la pandemia, limitando al minimo i danni e mettendo la cittadinanza nelle condizioni di poter andare avanti.

Del tutto inascoltata è stata la voce di quanti, a più livelli, hanno cercato di opporsi a questa nuova chiusura totale, documentando – dati alla mano – che l’andamento della curva epidemiologica è stata mantenuta sotto controllo e che la diffusione del contagio non è stata tale da giustificare un lockdown.

Il Governo ha ignorato con troppa leggerezza le istanze di tutta la popolazione calabrese, senza alcuna interlocuzione reale con le Istituzioni e con i territori. Una superficialità riscontrabile anche nell’aver addebitato tutte le responsabilità di questa chiusura alle attuali condizioni – certo non floride – della Sanità calabrese, considerato che la stessa è stata affidata da circa un decennio alla gestione commissariale.

Ciò che in queste complicate ore non è stato ancora debitamente preso in considerazione è che in una regione senza guida e, da adesso, frustrata da un’inaccettabile clausura forzata, si rischia di innescare una pericolosa crisi sociale, nonché la perdita di credibilità da parte delle Istituzioni e di fiducia da parte della cittadinanza. Anziché creare le condizioni per consentire ai giovani di restare in questa Terra, agli imprenditori di investire nelle risorse che essa offre e ai Calabresi di vivere serenamente e in sicurezza in questa regione, si sta ancora una volta alzando una barriera alta e insormontabile tra centro e periferia del nostro Paese, laddove, con ogni evidenza, alla Calabria è stato affibbiato, con violenza, un ruolo di completa marginalità.

In tutto questo si palesa un’altra grave carenza, quella della rappresentatività da parte dei nostri territori. Finanche la voce dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) – di cui il Comune di San Lucido è uno dei soci fondatori – massimo organo di rappresentanza delle municipalità, è rimasta inascoltata, trascurando le proposte e le richieste reali ed urgenti che i Sindaci, conoscitori diretti delle reali problematiche della cittadinanza, hanno manifestato.

Eppure l’importante ruolo che i Sindaci italiani hanno svolto per il contenimento e il contrasto alla diffusione dell’epidemia è stato da più parti riconosciuto e apprezzato, soprattutto dal Capo dello Stato. Il Presidente Mattarella negli ultimi mesi ha, inoltre, invitato il Governo al coordinamento, facendo prevalere l’interesse generale per poter uscire dall’emergenza che stiamo vivendo, con l’impegno e il contributo da parte di tutti i vari organi dello Stato, compresi i Comuni.

Il Sindaco è per definizione un fermo punto di riferimento per la comunità locale che rappresenta, è colui che nelle situazioni di crisi deve farsi carico delle problematiche della cittadinanza per dare risposta ad ogni richiesta di aiuto. Non solo un mero organo burocratico, quanto piuttosto un ultimo baluardo a difesa della cittadinanza.

In qualità di Sindaco di San Lucido, comune tirrenico della provincia cosentina, ho avuto modo di appurare che il primo cittadino deve essere al tempo stesso un profondo conoscitore della cosa pubblica e del territorio, delle persone e della specificità del contesto di riferimento. A tal proposito, al fine di colmare il gap di rappresentatività a livello regionale, ritengo sia necessario individuare in tali figure le possibili guide della Regione Calabria, slegando dunque l’appartenenza politica e ideologica dal compito amministrativo della complessa realtà territoriale regionale. Governare la Regione significa farsi portatori di tante variegate istanze da parte dei territori, al di là di questa o quella corrente di partito. In questo aspetto risiede la forza che l’unione dei Sindaci potrebbe essere in grado di manifestare, condividendo un medesimo progetto e proponendo al proprio interno una guida che sia legata unicamente al contesto regionale cui egli appartiene.

Per restituire alla Calabria la dignità che la storia le assegna e che merita, affrontando con minuziosa attenzione tutte le peculiarità di natura sociale, economica, culturale e anche sanitaria che la caratterizzano, è oggi più che mai necessario rinvigorire nei nostri concittadini il senso di appartenenza ad una comunità regionale forte e coesa, che non può e non deve essere lasciata sola, nella consapevolezza di dover fare fronte comune per superare tutte le criticità, partendo proprio dalla difficile sfida davanti alla quale la pandemia oggi ci pone.