Vazzano “bomba ecologica”. I controlli dei carabinieri spifferati ai Guarascio da Regione e Arpacal

Dagli atti dell’ordinanza dell’inchiesta della procura di Vibo che ha scoperchiato una sconcertante vicenda di inquinamento ambientale perpetrata dalle aziende dell’imprenditore del settore dei rifiuti Eugenio Guarascio, emerge uno spaccato preoccupante delle collusioni dell’imprenditoria corrotta con la Regione Calabria e tutto il suo apparato. Basta leggere. 

Vincenzo De Mattesi, in qualità di dipendente della Regione Calabria (Settore Ciclo Integrato dei Rifiuti) il 28 giugno 2021 avrebbe veicolato “indebitamente – si legge nell’ordinanza del Gip del Tribunale di Vibo Valentia – a Ortensia Guarascio l’informazione appresa dal funzionario dell’Arpacal di Vibo Franco Dario Giuliano, che al controllo finalizzato alla verifica dell’adempimento delle prescrizioni precedentemente impartite all’Ecocall, programmato per il 6 luglio 2021, sarebbero intervenuti i carabinieri del Nipaaf”. In questo modo avrebbe “allertato Ortensia Guarascio consentendole di predisporre gli accorgimenti utili alla prosecuzione dell’attività imprenditoriale, non conforme alle prescrizioni e alla normativa”.

Ortensia Guarascio, quindi, con la collaborazione di Fruci e Caruso, avrebbe “disposto e coordinato un alleggerimento del materiale organico ammassato nello stabilimento di Vazzano, senza tenere conto del completamento del ciclo di maturazione del materiale organico che conservava la natura di rifiuto”.

Franco Dario Giuliano e Nicola Ocello, in qualità di funzionari dell’Arpacal di Vibo, avrebbero poi “omesso di segnalare, all’esito delle attività di controllo e di verifica o, comunque, in tempo utile, la necessità di sospendere, in relazione alle disposizioni di legge in materia, l’attività dell’Ecocall. e omesso inoltre di impartire formalmente precise e chiare indicazioni, una volta constatata l’incapacità dello stabilimento di ricevere un quantitativo superiore all’originaria concessione, limitandosi a suggerire una riduzione di quantitativo di matrice umida all’ingresso”. Secondo l’accusa, in tal modo, avrebbero agevolato la continuazione dell’attività e la messa in circolo di grossi quantitativi di materiale non regolarmente trattato e non regolamentare, inquinante e nocivo per la salute.

Sempre i fratelli Guarascio, con la collaborazione dei loro dipendenti, sono accusati di avere trasportato in più occasioni e smaltito illecitamente mediante abbandono-deposito incontrollato sul suolo materiale formalmente qualificato come fertilizzante ma invece in realtà costituente rifiuto.