Vazzano. L’aumento “da pazzi” dei rifiuti di Guarascio e il “filo diretto” con la Regione: ora il sistema è in tilt

Un aumento definito «da pazzi» dagli stessi addetti ai lavori. Un aumento concesso dalla Regione ma «autodeterminato» dai dirigenti di un’azienda privata. Si parla della Eco Call, società finita nella bufera per le accuse di inquinamento ambientale mosse dalla Procura di Vibo Valentia. E si parla dei quantitativi di rifiuti organici in ingresso nell’impianto di trattamento di Vazzano da cui sarebbe uscito, secondo le ipotesi accusatorie basate sulle indagini dei carabinieri del Nipaaf, un “compost” che in realtà non era affatto fertilizzante ma materiale inquinante, contenente vetro, plastiche e metalli in quantità fuorilegge.

L’aumento dei rifiuti organici in ingresso a Vazzano è un punto fondamentale dell’inchiesta che ha portato al sequestro dell’impianto e all’obbligo di dimora – tuttora esecutivo dal 13 marzo scorso – per i titolari, Eugenio Guarascio (patron del Cosenza Calcio) e la sorella Eugenia, che nell’interrogatorio di garanzia hanno comunque respinto le accuse consegnando una corposa documentazione che attesterebbe la regolarità del compost. Le autorizzazioni concesse dalla Regione sono però costate l’iscrizione nel registro degli indagati all’ex dirigente generale del dipartimento Ambiente della Regione, Gianfranco Comito, con le accuse di inquinamento ambientale in concorso e abuso d’ufficio.

All’epoca dei fatti al centro dell’indagine (estate 2021) gli inquirenti intercettano alcune conversazioni che a loro parere documenterebbero «chiaramente il “filo diretto” che Ortenzia Guarascio aveva instaurato con Gianfranco Comito». Nello stesso periodo due funzionari Arpacal, Franco Dario Giuliano e Nicola Ocello (indagati) discutono della difficoltà e dell’inopportunità di autorizzare l’ingresso di una maggiore quantità di rifiuti in virtù delle condizioni riscontrate nel corso di un sopralluogo: uno dei due afferma che lo stabilimento “tre piazzali” senza copertura autorizzativa sulla scorta dei quali la Eco Call aveva chiesto l’aumento dei quantitativi. Uno scambio di battute sulle tonnellate di rifiuti in ingresso allo stabilimento di Vazzano è particolarmente eloquente. Giuliano osserva: “… Se sono 600 autorizzate e loro passano a 1100 è un raddoppio: fanno l’80% in più…”. Ocello risponde: “Di più, vabbe, è da pazzi (ride…), è da pazzi questo…”. 

La Procura aveva chiesto gli arresti domiciliari per i fratelli Guarascio e la sospensione dell’esercizio di pubblico ufficio per Comito, Giuliano e Ocello ma il Gip ha disposto l’obbligo di dimora per gli imprenditori e nessuna misura per il direttore generale e per i funzionari. Le ipotesi accusatorie formulate dalla Procura nei confronti di Comito sono di aver concesso o comunque agevolato l’aumento dei rifiuti organici in ingresso nell’impianto di Vazzano nella misura di 1100 tonnellate alla settimana, “quantitativo autodeterminato dai dirigenti Eco Call” dopo un incontro alla Regione.

L’altra contestazione riguarda la presunta omissione della sospensione dell’attività della Eco Call nonostante i funzionari dell’Arpacal di Vibo avessero constatato che l’azienda violasse o eludesse le prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale indispensabili per una corretta trasformazione dei rifiuti in ammendante compostato. L’ex direttore generale Comito sarebbe stato “consapevole che l’impianto non fosse in grado di sostenere tale carico, con la conseguenza che le violazioni delle prescrizioni e l’aumento del conferimento generavano l’inquinamento del sito, dei terreni limitrofi e del vicino fiume Mesima”. Fonte: Gazzetta del Sud