#VeritàxMatilde: il dottore Bruno Tucci e le cause di malasanità a Cosenza

Il dottore Bruno Tucci

La categoria (ma forse sarebbe meglio definirla lobby) dei medici cosentini è una delle più forti in assoluto. Certo, forse non riesce a concorrere con quella degli avvocati ma, in fondo, il criterio è quello. Ci sarà un motivo se a Cosenza abbiamo 3mila avvocati e probabilmente lo stesso numero di medici. Dietro queste cifre ci sono affari, clientele, nepotismo, massoneria deviata e tutto quello che potete immaginare.

E’ del tutto evidente che in un Tribunale corrotto come quello di Cosenza, i medici hanno garanzia assoluta di impunità, anche quelli che si macchiano delle imperizie e delle negligenze più gravi o quelli che, senza scrupoli, non fanno niente per salvare vite umane o negano lo stesso diritto alla vita ad un neonato.

sacro Proprio qualche ora fa abbiamo reso noti i nomi dei medici che hanno sulle spalle la responsabilità di aver negato il diritto alla vita alla piccola Matilde Anna. Sono medici che fanno parte di una clinica importante, la “Sacro Cuore” di Cosenza, oggi affiliata al gruppo iGreco ma per molti anni proprietà assoluta della famiglia Morcavallo, una dinastia che sposa benissimo i criteri della Cosenza che conta. Un ramo fa parte del settore medico e un altro del settore legale. Insomma, in qualsiasi modo la giri, loro sono “intoccabili”. Sempre.

Il ginecologo Bruno Tucci è stato già responsabile della morte di una neonata, circa quattro anni fa. Avviso di garanzia, indagini farlocche e archiviazione della procura. Facile come fumare una sigaretta!

Achille Morcavallo
Achille Morcavallo

Tucci, che ormai ha 30 anni di professione alle spalle, ha iniziato relativamente giovane all’ospedale di Paola e poi ha detto di sì ad Achille Morcavallo nel 2002. Sì, perché il primario aveva bisogno di un braccio destro affidabile e sicuro. E Tucci era la figura ideale. Non stiamo discutendo la sua professionalità, attenzione, ma il fatto che non curi con le stesse attenzioni i pazienti di serie A e quelli delle serie inferiori. Che, per un medico, è davvero un atteggiamento inqualificabile.

Ma ci sono ancora altri incredibili particolari, che ci restituiscono l’immagine di una “Giustizia” (?!?) completamente piegata alle esigenze di questi massoni potenti e deviati.

Capita pure che un ginecologo, virtualmente indagabile per il rischio derivante dalla sua delicata attività professionale, sia chiamato a pronunciarsi come consulente tecnico o come ausiliario dello stesso per analoghe ipotesi di colpa medica.

Proprio Bruno Tucci, precisamente nel 2015, è stato nominato ausiliario di un consulente tecnico in una causa civile contro due ginecologi pendente dinanzi il Tribunale di Cosenza per la somma di cinque milioni di euro.

Ovviamente la relazione medico-legale dava ragione ai due ginecologi, convenuti in lite unitamente all’ASP di Cosenza. Per fortuna è stata impugnata e poi si è ottenuta la sua rinnovazione. Ma al Tribunale non si erano fatti nessuno scrupolo. Capito l’andazzo?

Ma non è finita qui.

tribbuonaAlla povera gente che cerca giustizia contro questi mascalzoni, fanno credere di tutto.

Per esempio, che in materia di malasanità la prescrizione scatta dopo 5 anni, per cui dopo non c’è più nulla da fare. Tanto loro, quelli del Tribunale, una causa media la fanno durare dai 3 ai 7 anni e quindi arrivano tranquillamente al loro risultato della prescrizione (quando c’è qualche avvocato che rompe le palle). In caso contrario, archiviano e chi s’è visto, s’è visto.

E allora, tanto per fare soltanto un esempio (ma ce ne sono decine e decine), un avvocato che ha appena un po’ di amor proprio per la “Giustizia”, viene a scoprire delle situazioni al limite della vergogna.

In una di queste cause-farsa, dove i ginecologi si “controllano” tra di loro, è emerso che sulle copie delle cartelle ecografiche, acquisite agli atti del processo dopo la sparizione degli originali (letteralmente strappati dal fascicolo dibattimentale), era stata piazzata una macchia di toner per far apparire retrogrado il flusso ombelicale, con conseguente esclusione di colpa medica per gli imputati …!

TridicoIl pm Tridico (tanto per cambiare!!!) aveva spedito a giudizio solo i neonatologi, decidendo di non esercitare l’azione penale contro i due ginecologi (primario ed aiuto). Risultato: assoluzione perché il fatto non sussiste.

Purtroppo a Cosenza il penale per malasanità, non solo in ambito ginecologico–neonatologico, è particolarmente rischioso per i danneggiati. Basta escludere o porre in dubbio il nesso causale per conseguire l’assoluzione con formula ampia.

Spesso i periti ricevono incarichi per squadra e compasso, insomma per appartenenza alla massoneria.

Un avvocato serio (e purtroppo non ce ne sono molti), per vedere riconosciuti i propri diritti è costretto a fare i salti mortali ricusando periti quantomeno improbabili e denunciando ai giudici (che in realtà lo sanno benissimo) che la massoneria regna sovrana.

Il consulente tecnico è una longa manus del giudice, per cui detto principio vale pure per lui. Ma al Tribunale di Cosenza se ne fottono. Per queste cose c’è Tridico, che manda un avviso di garanzia, fa credere di svolgere indagini, nomina un consulente che scagiona i ginecologi e… arrivederci e grazie.

Diamo un consiglio spassionato all’avvocato che rappresenta i genitori di Matilde.

C’è una sola strada per evitare la doppia beffa nelle controversie di malasanità. Non costituirsi parte civile in sede penale, in quanto in caso d’ampia assoluzione (sempre dietro l’angolo nel nostro tribunale) troveresti la strada sbarrata nella lite civile per effetto dell’art. 652 c.p.p.

Nel penale spetta al pm provare la colpa medica, mentre nel civile compete al medico dimostrare d’aver agito con diligenza. C’è una bella differenza in punto d’onere probatorio.

E magari potremmo finalmente creare qualche problema a quel venduto di Tridico!