#VeritàxMatilde: chi sono i medici indagati della “Sacro Cuore”: c’è anche una candidata alle elezioni

#VERITA’XMATILDE #GIUSTIZIAXMATILDE

Matilde Anna era una neonata alla quale non è stato riconosciuto il diritto alla vita. E’ morta martedì 26 luglio all’ospedale dell’Annunziata ma era arrivata in condizioni disperate dalla clinica “Sacro Cuore”, una delle strutture che fanno parte del cerchio magico del potentissimo gruppo iGreco, i nuovi padroni economici della città.

I genitori di Matilde, Angela e Pilerio, da ieri hanno cominciato a capire che se non alzano la voce e l’attenzione mediatica, la loro triste vicenda è destinata a finire nell’oblio. Esattamente com’è finita per i titolari e gli stessi medici della clinica, che non si sono degnati neanche di mandare un messaggio di cordoglio alla famiglia. 

E così hanno deciso di lanciare l’hashtag #VeritàxMatilde su Facebook e di elevare il livello della denuncia.

SCIOPERO SALA PARTO Abbiamo raccontato più volte i particolari di quei maledetti due giorni che sono intercorsi tra domenica 24 e martedì 26 luglio. Domenica sera Angela, seguita dai ginecologi della clinica, aveva lamentato qualche dolore ed era andata alla “Sacro Cuore” anche perché si avvicinava il giorno della fine della gestazione. Ma le era stato detto di tornare il giorno dopo.

Lunedì 25 luglio Angela si è ripresentata in clinica e finalmente qualcuno ha capito che c’era qualcosa che non andava. E così intorno alle 12 le è stato praticato il taglio cesareo e la piccola Matilde è venuta alla luce. Ma Angela quella neonata, sua figlia, non l’ha mai più vista.

E’ stata trasferita d’urgenza all’ospedale dell’Annunziata, dove è deceduta il giorno dopo, martedì 26 luglio. I genitori hanno deciso di presentare un esposto alla procura della Repubblica di Cosenza e sono stati rappresentati dall’avvocato Alessandra Masala. Vogliono sapere qual è stata la causa della morte di Matilde, vogliono sapere la verità e ancora di giustizia se n’è vista molto poca, con tanto di “cortina di ferro” per due settimane sui nomi di questi “scienziati”.

Non è la prima volta che un neonato venuto alla luce alla clinica “Sacro Cuore” muore. Era accaduto anche qualche anno fa e, allora come oggi, due degli indagati sono il medico ginecologo Bruno Tucci e l’ostetrica Maria Bottino. 

Gli altri sono la ginecologa Francesca Paola Gallo, l’anestesista Giuseppe Sgromo e il pediatra Matteo Costa. Oltre alla Bottino, le altre due ostetriche indagate sono Rosanna Sbarra e Rosangela Scarcella. 

BRUNO TUCCI E MARIA BOTTINO

igrecoTucci ha ormai una lunga carriera alle spalle. Quindici anni di servizio all’ospedale di Paola, poi dal 2002 la decisione di passare al privato, alla “Sacro Cuore”, a stretto contatto col primario Achille Morcavallo. Bruno Tucci, in pratica è il numero due, il braccio destro del “capo”.

Anche allora era morta una neonata, era precisamente la notte tra il 24 e il 25 maggio del 2012.

Anche allora, i genitori (una coppia residente nella zona della Valle dell’Esaro) avevano presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Cosenza, sospettando che il decesso della neonata fosse avvenuto per un sospetto caso di malasanità.

Oltre al medico Carmelo Monterossi, ginecologo e a Stefania Azzinnari, ostetrica, successivamente erano stati indagati anche il ginecologo Bruno Tucci e l’ostetrica Maria Bottino.

I media non diffusero molti particolari su quella storia. Dalle cartelle cliniche, però, risultavano solo due ecografie: una alle 23:30 e l’altra all’01:30, quando ormai la neonata era morta. Insomma, parecchia coda di paglia. Ma risultati, zero. La solita richiesta di archiviazione di uno dei pm dell’ex procuratore Granieri, un tentativo maldestro di rivedere quella decisione e poi il silenzio.

FRANCESCA PAOLA GALLO CANDIDATA ALLE ELEZIONI

Non vogliamo scoraggiare i genitori di Matilde, ma qui a Cosenza più che una procura abbiamo il porto delle nebbie ed è molto difficile che si tocchino determinati poteri.

Innanzitutto quelli dei padroni economici della città, iGreco, cinici e spietati. Che sono rimasti molto infastiditi dalle notizie che comunque sono uscite fuori e non hanno badato a spese per dare una “ritoccatina” all’immagine con qualche iniziativa promozionale per la quale hanno chiesto aiuto anche al sindaco Occhiuto. Sempre pronto a mettersi dalla parte del più forte.

Ma anche quelli del potere medico, che qui a Cosenza non scherza e accoppiato a quello politico e a quello imprenditoriale, diventa una specie di muro di gomma per chiunque cerchi giustizia.

La ginecologa Francesca Paola Gallo, tanto per non andare lontani, indagata anche lei per questa brutta storia (non sappiamo se fosse proprio lei la ginecologa che ha seguito Angela nella gravidanza ma comunque cambia poco), dev’essere un medico molto gradito alla proprietà. Al punto tale da candidarsi alle ultime elezioni amministrative di Cosenza in una delle liste che ha sostenuto la (fallimentare) candidatura a sindaco di Carlo Guccione.

La famiglia iGreco insieme a Ernesto Carbone, Ferdinando Aiello e Brunello Censore
La famiglia iGreco insieme a Ernesto Carbone, Ferdinando Aiello e Brunello Censore

La lista era “Uniti per la Città” e la Gallo ha preso 65 voti. E’ evidente che l’ordine è partito da iGreco. Che vogliono tenersela buona con tutti ma hanno una corsia preferenziale con il PD. Abbiamo pubblicato più volte le foto che ritraggono i fratelli Greco con i vari Ernesto Carbone, Ferdinando Aiello, Ernesto Magorno, Stefania Covello… Ovvero buona parte della deputazione cosentina dei Dem, che nelle cliniche e nell’albergo de iGreco sono di casa. E che continuano a far arrivare posti letto a volontà a questi imprenditori senza scrupoli ai quali non importa niente se nelle loro sporche cliniche accadono casi di malasanità.

Ci scontriamo, dunque, con poteri forti ed importanti, che faranno di tutto per abbassare i toni. Chi ha messo i nomi degli indagati, li ha messi quasi di nascosto, neanche nei titoli, giusto per farli. Quasi tutti hanno deciso di non metterli o di mettere soltanto le iniziali. La solita legge del giornalismo servile di casa nostra: forti con i deboli e deboli con i forti.

Ci piacerebbe poter scrivere ai genitori di Matilde che qui a Cosenza ci sono magistrati seri e una procura in gamba: non è così, purtroppo. E il pm Tridico, al quale è affidata l’inchiesta, è meglio noto come l’insabbiatore delle cause più delicate. Un “predestinato”.

Ma quello che possiamo promettere ai genitori di Matilde è che seguiremo con grande attenzione tutte le fasi processuali e non esiteremo a denunciare pubblicamente, come facciamo sempre del resto, tutti i tentativi di insabbiamento e di allontanamento dalla verità che ci saranno.