Vertenza Abramo. Le chiacchiere di Occhiuto e la complicità dei sindacati venduti

La Vicenda Abramo sta assumendo contorni alquanto tragicomici, per non dire imbarazzanti.
A fine dicembre Occhiuto sbandierava ai quattro venti la proroga delle commesse Tim fino a Giugno 2024, tempo necessario a trovare la soluzione strutturale per i 1000 dipendenti della oramai fallita sorella di Tim: la Abramo Customer Care.

Lo stesso presidente avrebbe sollecitato la riapertura del tavolo ministeriale di crisi entro massimo il 20 di Gennaio. Ad oggi, 24 febbraio, non è successo nulla.
Nel frattempo il male dell’Italia, cioè i sindacati confederali (leggi Cgil, Cisl e Uil: uno peggio dell’altro…), si incontrano con l’azienda e ci comunicano che non ci anticiperà più la cassa integrazione perché sono finiti i soldi.

Quindi arriva la notizia che per marzo la parte consumer (tecnico, commerciale) sarà in cassa integrazione straordinaria per 10/15 giorni nel mese di marzo con pagamento diretto dell’Inps (che con i suoi tempi chissà quando ci pagherà).
Cosa gravissima, ieri un sindacalista va a fare un intervista in una TV privata e dice che l’azienda della seconda proroga che ha ottenuto Occhiuto non ne sa nulla.

Morale della favola. Il 31/3 scade la commessa consumer di Tim e quindi siamo di nuovo punto e a capo. COSENZA, CATANZARO E PALERMO DI NUOVO A PIEDI.
Naturalmente questo non è stato scritto nel comunicato inviato dai sindacati confederali il giorno prima.
Nascondendo la cosa più importante. Che dal primo aprile siamo licenziati.
Due sono le cose. O Occhiuto ha preso tutti per i fondelli o i sindacati non ci hanno capito nulla o sin dall’inizio (cosa che naturalmente dico dal 2019) sapevano tutto e hanno volutamente taciuto.
Vi dico solo una cosa: VERGOGNA

Lettera firmata