Vibo, sanità mafiosa. Il Commissario Giuliano è ormai un fantoccio in mano a Peppe ‘ndrina e ai suoi fratelli

Peppe 'ndrina e il commissario Giuliano

La scelta di Occhiuto di confermare l’avvocato Giuseppe Giuliano nel ruolo di Commissario dell’Asp di Vibo è l’ennesima prova che il presidente della Regione è palesemente contro gli interessi del territorio di Vibo Valentia. Perché non si spiega altrimenti avere lasciato in quel posto un chiacchierato che altri “meriti” non ha se non quelli di avere smantellato, in poco tempo, i servizi sanitari pubblici, sia territoriali che ospedalieri, obbedendo soltanto agli ordini impartiti dai maggiorenti della politica regionale e locale per meri interessi di parte e per estorcere consensi alla gente in cerca di aiuto.

Occhiuto, dunque, come gli altri, se non peggio, alla stregua di un parolaio inconcludente, la cui retorica copre gli annunci quotidiani, puntualmente mancati e disattesi – in perfetto stile cazzaro, come chiamano il fratello a Cosenza -. Ad iniziare dalle chiacchiere sul nuovo ospedale di Vibo, alla cui realizzazione non crede più nessuno.

In questo contesto si ripetono incontrastate le bravate del subdolo e viscido Commissario dell’Asp, nell’indifferenza di una maggioranza silenziosa (a parte il rumore di qualche comitato civico, spesso non estraneo a interessi di bottega se non apertamente collaterale al potere), sostenuto da una maggioranza politica alla ricerca di privilegi e di spazi di potere da occupare, di cui è ormai nota la sua inconsistenza perché fa finta di opporsi, salvo poi mettersi a disposizione quando si annusano gli interessi di famiglia come nel caso – e non è un mistero – della nuora del consigliere regionale del Pd Mammoliti, esonerata (per merito?) dalle gravose funzioni di infermiera e messa a capo dei controlli sui servizi esternalizzati. Sulle grandi questioni la minoranza tace. Mammoliti è molto solerte ad incassare benefici, Loschiavo soddisfatto a ricevere qualche banale concessione dal suo giocoliere che ha capito come domare l’insidia di una invisibile opposizione istituzionale, tanto quella politica non esiste, quando non è complice.

Silenzio assoluto sull’atto aziendale, su cui vale la pena ricordare i fatti. A novembre 2022 il Commissario ha fatto la riunione con i sindaci del territorio, alla fine di gennaio ha deliberato l’atto aziendale senza discuterlo con i sindaci e le organizzazioni sindacali.

I sindacati e pure qualche sindaco l’hanno contestato; il Commissario Giuliano è stato convocato al Comune di Tropea dal consigliere regionale Comito e dal sindaco Macrì per aggiustare l’atto aziendale, che deve portare all’assemblea dei sindaci e ai sindacati per poi mandarlo di nuovo alla Regione. Ora, non solo i capibastone della politica, dal solito Michele Comito a Mangialavori alias Peppe ‘ndrina al Gran Maestro in cappuccio e grembiulino Daffinà impartiscono ordini, ma il fantoccio della sanità di Vibo deve fare anche i conti con il sindaco di Tropea, che guida un comune sul quale ormai aleggia lo spettro dell’invio della Commissione di accesso per fare luce sugli evidentissimi intrecci con la ‘ndrangheta.

E così la criminalità organizzata detta le regole per imbavagliare l’atto di programmazione della sanità vibonese per i prossimi anni.

Tra l’altro, non sfugge a nessuno che l’atto aziendale, beffardamente confezionato dal giocoliere di Catanzaro, è semplicemente un imbroglio perché è un copia e incolla del precedente, risalente all’anno 2016, di cui peraltro mai nulla si è realizzato in ossequio agli affari privati di famiglia.

Siamo dunque nelle mani di un faccendiere, confermato quale fantoccio, il cui compito è quello di traslocare quello che è rimasto della sanità pubblica verso un privato avido e senza scrupoli, solo al comando e mai contrastato da una opposizione solo di facciata e da una politica assente, supina e senza idee.

Nessuna reazione si intravede rispetto a questo enorme degrado. Solo indifferenza collettiva, da parte della politica (specie di quella che siede nei banchi dell’opposizione in Consiglio regionale) che non riesce a costruire un progetto e un’alternativa credibile. Ma anche dei sindacati, che amano solo sedersi ai tavoli, perché quello è l’unico modo per dare e ricevere. E indifferenza arriva anche da chi è deputato istituzionalmente a controllare su una gestione arruffona che ha provocato il collasso della sanità vibonese. E anche da chi dovrebbe verificare con rigore quello che succede e quindi ci riferiamo alla magistratura.