“A Firmo non si muore di Covid ma di decreti”: la protesta del titolare del Caffè del Corso

Anche a Firmo (Cosenza) montano le proteste contro il nuovo Dpcm.
In queste ore, dopo i vari Decreti del Governo Conte, in parecchie città italiane, sono scesi in strada albergatori, ristoratori, baristi, commercianti, titolari di palestre, pizzaioli, per chiedere a gran voce di evitare la chiusura anticipata delle varie attività causa “emergenza Covid”.
Come abbiamo potuto vedere dalle immagini dei vari telegiornali, a Roma, a Napoli e in Sicilia le proteste, inizialmente pacifiche, si sono trasformate in disordini che hanno richiesto l’intervento delle forze dell’ordine.
Anche a Firmo, paese di quasi 2000 anime in provincia di Cosenza, sono comparsi in parecchie vie degli striscioni anonimi riportanti la scritta: “A Firmo non si muore di Covid ma di Decreti”. 
Portavoce dell’iniziativa si è fatto Antonio Bauleo che assieme alla moglie Rosetta Longo gestiscono il noto bar Caffe del Corso di Firmo.
Con un comunicato stampa, il gestore chiede a gran voce di poter tenere aperta l’attività fino alle ore 22/23 in quanto a Firmo i contagi inerenti a questa pandemia sono zero.
“Non ci sono pazienti ricoverati in terapia intensiva, non ci sono stati decessi, non ci sono concittadini in quarantena e i positivi sono come detto a zero”- continua il comunicato.
“Abbiamo speso centinaia di euro per adeguarci alle nuove norme igienico/sanitarie, dall’acquisto dei plexiglas alla sanificazione periodica del locale, non ci possiamo permettere una nuova chiusura o una chiusura anticipata, in quanto l’orario serale è la nostra fonte principale di guadagno.
Sono disposto a portare in strada i miei concittadini con una fiaccolata pacifica per le vie di Firmo, chiedo inoltre al Sindaco di battersi in prima persona e farsi portavoce per difendere tutte le attività del comune di Firmo” – conclude il comunicato.