Calabria 2020, reggerà il patto tra magistratura (corrotta) e massoneria?

di Saverio Di Giorno

Molti politici, avvocati e quant’altro (compresi ‘ndranghetisti) sanno o temono di essere stati venduti. A luglio si poteva solo ipotizzare, ora è diventata un’ipotesi più solida. E l’ipotesi era questa.

Se ci sarà una grande inchiesta che toccherà tutti i rapporti tra politica, imprenditoria e mafia sembrerà (o sarà?) solo uno scambio di prigionieri. I prossimi vincitori alle Regionali si potranno fregiare di essere più puliti dei precedenti e di aver ripulito la Regione. In tutto questo la magistratura avrà dato, volente o no, una mano.

Ora una cosa del genere è avvenuta: sia l’inchiesta che lo scambio. Ma per capire bisogna andare con ordine e partire da lontano. L’articolo continuava citando l’Espresso.

Nell’archivio dell’Espresso si trova un articolo a firma di Bocca dove si riportano delle intercettazioni tra Franco Pacenza, capogruppo Ds al consiglio regionale della Calabria (oggi delegato alla sanità e da molti definito vicegovernatore di Oliverio), all’epoca in carcere per una questione di fondi comunitari e regionali, e il deputato dell’Udeur Ennio Morrone.

“Franco”, si rivolge Morrone a Pacenza parlandogli di Giuseppe Cozzolino, il pubblico ministero che ha chiesto il suo arresto: “Cozzolino è un ladro… Cozzolino è un bastardo…”. “Cozzolino…“, lo interrompe per un istante Pacenza. “Ha trent’anni“, prosegue Morrone, “è di Napoli… Sappiamo dove se la fa...”. […]

Morrone prosegue nelle rassicurazioni: “Tanto il gip sarà trasferito il 20 (agosto, ndr)... È un gip distrettuale… Ti posso garantire“, dice inoltre, “che tutti gli amici (…) Adamuccio, Nicola (Nicola Adamo, vicepresidente ds della regione Calabria, inquisito per un giro di finanziamenti comunitari, ndr), Rino, Spagnuolo, sono (…) tranquilli. E comunque ne esci senz’altro. Io mi devo muovere, Fra’”. “Chiamiamo a Serafini” (Alfredo, procuratore capo di Cosenza, ndr), propone Pacenza. E Morrone: “Ho chiamato, a Serafini: perché tu non mi hai avvertito?”.

Una pausa per sottolineare: allora come oggi ci sono politici che si indignano per arresti. Alcuni politici per alcuni arresti. Oggi la Bossio su Gratteri, ieri la Santelli che – certamente non a caso o per il “fato” come dice lei… – sarà poi vicepresidente della commissione antimafia e oggi candidata a governatore.

Le reazioni all’arresto di Pacenza furono di indignazione e bipartisan: dal sottosegretario all’Interno all’epoca Marco Minniti alla deputata di FI Jole Santelli. Un nastro sul quale bisognerebbe fare luce perché oltre alle voci dei due politici e della guardia presente, se ne sente una quarta non identificata. Bocca poi ricostruisce le parentele: Ennio Morrone è padre di Manuela che è giudice alla Procura di Cosenza; che è moglie di Stefano Dodaro, capo della Squadra mobile nella stessa città; che è vicino al pm Vincenzo Luberto; che è “in stretti rapporti” (anche per essere stato alunno della madre) con Mario Spagnuolo, ex pm di Cosenza oggi capo coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro; che al mercato mio padre comprò…

Tanto basta per far sorgere almeno dubbi. Ci sono state ispezioni disposte dal ministero e tanti articoli. Da quell’articolo sono passati anni, indagini e arresti e ora si può scrivere una seconda parte. Si può ad esempio partire dall’indagine Nuova Frontiera portata avanti dal dottore Bruni che ha portato all’arresto del capo clan Franco Muto, ma aveva lasciato fuori tanti volti noti e pericolosamente vicini (stessa situazione dell’operazione Plinius). Soprattutto una fuga di notizie parlava della presenza di un importante politico locale e le fughe di notizie dalle procure non sono mai casuali. Poi Bruni è stato promosso (meritatamente) proprio quando doveva fare i passi successivi e quindi tutto è dovuto ripartire, ma senza le intercettazioni che sono sparite.

Ora le operazioni Lande Desolate e Passepartout lambiscono la politica, anche se ancora solo una parte. La prima operazione (non la seconda dove compare il sindaco di Cosenza) porta la firma anche del dottore Luberto; il pm Eugenio Facciolla, riferiva che è “in stretti rapporti” con Mario Spagnuolo ex pm di Cosenza e oggi procuratore. Luberto, inoltre, “se la fa” (per usare lo stesso gergo delle intercettazioni) con la Santelli con la quale partecipa ai ricevimenti e alle feste. Nulla di proibito per carità, ma forse è deontologicamente sbagliato, si può dare adito alla fantasia di giornalisti e osservatori troppo malpensanti. E infatti nella seconda inchiesta (dove c’è il sindaco di Cosenza), il nome di Luberto non c’è…

È il caso di fare un’altra pausa date le nuove informazioni: Luberto, Facciolla e Spagnuolo risultano tutti e tre indagati a Salerno. Con alcuni però. Innanzitutto le differenze di accuse che riguardano Facciolla e che riguardano gli altri due nelle quali si parla di mafia e corruzione. E poi mentre Facciolla è stato trasferito all’istante, Luberto – beccato clamorosamente con le mani nella marmellata per i suoi rapporti con Ferdinando Aiello e la politica corrotta – no. Sarà per questo che Gratteri ha concluso la sua inchiesta nel Vibonese e non nel Cosentino nonostante anche qui da tempo si sia tornati a sparare e si trovano armi come se piovesse?

Si potrebbe pensare che fino a quando il cavallo vincente erano le vecchie forze non si poteva andare oltre un certo limite e ci si doveva fermare, ora però di mezzo c’è stato il terremoto elettorale del 4 Marzo 2018 e quindi quelle forze non giocheranno più da vincenti. Magari quindi ora quelle tante indagini (da Calabria Verde in giù) che toccano quei nomi delle intercettazioni possono chiudersi e sfociare in un’unica indagine.

Si potrebbe addirittura andare oltre e pensare che questi (eventuali) arresti saranno una buona arma politica che potranno sfruttare i nuovi vincitori perché nel frattempo altri accordi sono stati chiusi e i nuovi attori sono pronti ad entrare in scena (attori che si riciclano e riciclano nei nuovi carri e carrocci), che sia insomma un do ut des del tipo “io sacrifico alcune cose e tu fai carriera, ma in cambio io vinco e sto in pace”. Queste manovre emanano una puzza fortissima di massoneria …

E forse questo passaggio era un po’ troppo azzardato: di attori nuovi non ce ne sono, ma questo rende ancora più spudorata la situazione. Come si può ben vedere i nomi nelle carte di Gratteri circolano si ripetono da tempo anche in altre inchieste poi mai concluse. E viene sempre un dubbio atroce: perché ora forse si portano a termine e prima no? Perché alcuni si e altri no: ad esempio dentro i Gentile, ma fuori la Bossio (almeno personalmente), dentro la Santelli, ma fuori Occhiuto (almeno personalmente) e via di questo passo. Su nessuno di questi le indagini sono concluse eppure alcuni sono stati ritenuti troppo imbarazzanti e altri no. E ovviamente fuori i Mancuso, ma non i Muto.

Salvini sapeva che doveva presentarsi come il nuovo, ma ha dovuto sacrificare questo per alcuni nomi. Le direttive da Reggio sono chiare e chi non si è accodato per tempo è stato abbandonato. D’altra parte una regola fondamentale della Santa, il livello nel quale massoneria e mafia si incontrano, è che si può tradire per salvarsi. C’è una sola amara consolazione: chissà se chi si sente abbandonato per salvarsi comincerà a fare le contromosse. Inoltre con la procura che pressa, i soliti signori delle preferenze potranno muoversi con meno disinvoltura.

Come qualche mese fa, era e resta una ricostruzione, un’ipotesi: ma se anche non fosse esplicitamente così, se presto non si chiarirà bene tutto (dai magistrati alle indagini) peserà il sospetto che sia così. In ogni caso l’effetto sarà quello. Bisognerebbe chiedere una commissione d’inchiesta parlamentare e dovrebbe farlo ancora il M5s.

Il M5s ha chiesto da mesi una ispezione ministeriale alla procura di Cosenza, che in pratica significa fare un’ispezione ad Occhiuto visto che lì – almeno fino a ieri – non si muoveva foglia che lui non volesse e che il nipote del procuratore ha fatto il dirigente al Comune fino al giorno in cui è stato dichiarato il dissesto… Ma l’hanno chiesta a luglio e ancora non è arrivata…