Catanzaro: la grande scalata di Lardieri, il fedelissimo di Gratteri

Gerardo Lardieri

La denuncia del deputato di Forza Italia Pietro Pittalis era arrivata nelle redazioni dei media il 30 gennaio 2020, a poche ore dall’ufficialità del trasferimento del procuratore generale Otello Lupacchini dalla sua sede di Catanzaro a quella di Torino (http://www.iacchite.blog/catanzaro-pittalis-fi-gratteri-ha-tenuto-nascosto-il-procedimento-penale-a-carico-di-lardieri/). Per giunta a poche ore dall’inaugurazione dell’anno giudiziario, occasione nella quale il magistrato avrebbe certamente detto qualcosa sulla sua situazione. Tra le denunce portate alla luce dal deputato di Forza Italia ce n’era anche una che riguardava uno dei fedelissimi di Gratteri ovvero il carabiniere Lardieri. “Lupacchini – scriveva Pittalis – ha evidenziato il caso del Maggiore dei Carabinieri Gerardo Lardieri, il cui assoggettamento a procedimento penale è stato taciuto dalla Procura di Catanzaro all’atto della richiesta, da parte della stessa Procura, di concerto per l’incardinamento dell’Ufficiale nella Sezione di polizia giudiziaria distrettuale…”. Per i lettori di Iacchite’ il signor Lardieri è una “vecchia conoscenza”. Di seguito, ecco il suo profilo. 

Da qualche tempo serpeggia un malcontento sempre più strisciante negli ambienti dei servitori dello stato a Catanzaro. A molti non è andata giù la nomina del maggiore dei carabinieri Gerardo Lardieri a nuovo responsabile della sezione di polizia giudiziaria aliquota carabinieri della procura della Repubblica di Catanzaro.

Gerardo Lardieri è uno dei fedelissimi del procuratore Gratteri. Quando era in servizio alla procura di Reggio Calabria, è stato proprio lui a trovare una microspia nell’ufficio di zio Nicola e la circostanza aveva sollevato un po’ di chiacchiericcio. E non è certo questo il solo episodio controverso di una carriera che inevitabilmente, in questi casi, diventa borderline. Lardieri è finito coinvolto anche nel processo per falsa testimonianza al suo ex capo, il colonnello Valerio Giardina, con il quale ha lavorato in tandem per la cattura del Supremo Pasquale Condello. Gli atti del processo sono pubblici, a Lardieri complessivamente è andata benissimo, visto e considerato che è stato assolto mentre a Giardina molto meno (condannato a 1 anno e 8 mesi: pena sospesa): si dice che prendessero le soffiate da fonti sporche, dal clan Lo Giudice ma, per essere onesti fino in fondo, Lardieri è sempre stato elogiato dai magistrati di Reggio, Giuseppe Lombardo in primis. Le notizie che arrivavano da Salerno, tuttavia, erano particolarmente pesanti nei confronti di Lardieri e non solo per questa vicenda del Supremo, per la quale il maggiore non brillò certo per… operatività (http://www.iacchite.blog/catanzaro-parla-facciolla-sparite-le-intercettazioni-su-lardieri-e-gorpia-il-maggiore-ha-tentato-di-inquinare-le-prove/).

Il colonnello Valerio Giardina

Certo ne ha fatta di strada il maggiore Lardieri, specialmente se si ritorna al tempo in cui era un bistrattato maresciallo dei Ros e combatteva la sua battaglia con alcuni “bersagli” ai quali forse l’ha fatta pagare di più rispetto a quanto dovevano alla Giustizia. Fa parte del gioco, sia chiaro. Lardieri aveva svoltato quando si era conquistato il comando in Calabria dei carabinieri del Noe e il grado di maggiore. Da quel momento il suo legame con Gratteri si è consolidato e ha raggiunto il culmine con la delicata operazione che ha portato all’arresto del maresciallo dei Carabinieri Forestale Carmine Greco. Un affaire molto complesso e dietro al quale potrebbero nascondersi molte spiegazioni relative alla corruzione e al malaffare della politica cosentina.Ma torniamo alla recente nomina, che ha fatto storcere il naso a molti altri ufficiali dell’Arma in lizza per ottenere il posto di Lardieri. I suoi detrattori sussurrano che il maggiore abbia del feeling (per usare un eufemismo) con la vedova di un boss campano trapiantato in Calabria, poi diventata collaboratrice di giustizia. Che abbia in corso anche un altro procedimento penale, tuttavia tenuto abilmente nascosto, e che abbia sottoscritto verbali talmente al limite da essere giudicati sufficienti per far scattare la famigerata incompatibilità alla designazione di comandante della sezione polizia giudiziaria aliquota carabinieri.

Voci di corridoio, certo, più o meno come quelle che riferiscono di un rapporto abbastanza conflittuale con l’attuale procuratore capo di Lamezia, Salvatore Curcio, al contrario di quanto accade invece – oltre che con Gratteri – anche con alcuni generali dell’Arma tipo Paticchio ma soprattutto Mariggiò, fino a poco tempo fa commissario del gran carrozzone di Calabria Verde. E si ritorna al gran casino del maresciallo Greco (che su Calabria Verde sapeva “troppe” cose) e all’operazione che l’ha portato addirittura in manette, in un certo senso lo spartiacque di questo delicato momento investigativo alla Dda di Catanzaro (http://www.iacchite.blog/catanzaro-tutta-la-verita-sullarresto-del-maresciallo-greco/).

Il maggiore Lardieri ha preso il comando della sezione polizia giudiziaria ormai da un paio di anni, a poca distanza dalla condanna del suo ex capo Giardina e dall’operazione che ha reso pubbliche le infedeltà allo stato del maresciallo Greco. E si dice che sia sempre lui, Lardieri, ad averlo torchiato per fargli uscire fuori quelle verità che stroncherebbero definitivamente le aspirazioni dei magistrati non proprio in linea con il “capo” Gratteri. E infatti, dopo il gran clamore della richiesta di rinvio a giudizio per il procuratore di Castrovillari, Facciolla, poi è arrivato puntuale come un orologio svizzero il trasferimento del magistrato a Potenza. E poi anche quello di Otello Lupacchini, grande estimatore di Facciolla. Della serie: due più due fa quattro.