Catanzaro, processi aggiustati: Tursi Prato, Adamo e quell’incontro tra Raffaele Mauro e il giudice Petrini

Dagli atti dell’operazione della procura di Salerno denominata “Genesi” che ha portato prima agli arresti e poi alla condanna in primo grado, tra gli altri, del magistrato della Corte d’Appello di Catanzaro Marco Petrini, dell’ex consigliere regionale Giuseppe Tursi Prato e dell’ex dirigente dell’Asp di Cosenza Emilio “Mario” Santoro, emergono molte circostanze interessanti. Come questa che vi riproponiamo a distanza di quasi un anno e che non abbiamo MAI letto sui media di regime “accriccati” con il Goi e con la massoneria deviata. E che coinvolgono pesantemente anche Raffaele Mauro, ex direttore generale dell’Asp di Cosenza. 

LA CORRUZIONE IN ATTI GIUDIZIARI NELL’INTERESSE DI GIUSEPPE TURSI PRATO

Le indagini già svolte dalla Dda di Catanzaro avevano consentito di ricostruire in termini, fattualmente esaustivi, la vicenda processuale in cui aveva interesse il Tursi Prato. Invero, gli inquirenti calabresi avevano accertato che il Tursi Prato aveva riportato condanne nell’anno 1995 per concussione, nel 2002 per corruzione, nel 2004 per associazione a delinquere di stampo mafioso.

Già consigliere regionale della Regione Calabria, egli aveva beneficiato del relativo assegno vitalizio, dal 1° aprile 2008 sino all’aprile 2014 per un importo complessivo superiore ai 150 mila euro. Tuttavia, con determina del dirigente del settore della Risorse umane della Regione Calabria del 3 settembre 2014 il predetto vitalizio era stato revocato proprio in conseguenza dell’ultima condanna del Tursi Prato. Tale determina, inizialmente, era stata impugnata dal Tursi Prato, con ricorso alla Corte dei Conti, sul presupposto che la revoca potesse essere disposta unicamente a seguito di condanne per delitti contro la pubblica amministrazione; ma i magistrati contabili avevano respinto il ricorso.

Avverso la decisione della Corte dei Conti, il Tursi Prato aveva proposto un ricorso innanzi alla Corte di Cassazione, per motivi attinenti la giurisdizione (non risulta ancora depositata la decisione). Il Tursi Prato risultava aver adito, con ulteriore ricorso, la Corte d’Appello di Catanzaro al fine di ottenere nuovamente il vitalizio e, conseguentemente, di vedersi corrispondere gli interessi maturati, a decorrere dal settembre 2014.

Pino Tursi Prato

La polizia giudiziaria accertava, riservatamente, che era stata fissata per il 12 dicembre 2018 la trattazione del ricorso presentato da Tursi Prato. Emergeva d’altro canto, dai tabulati telefonici acquisiti, l’esistenza di contatti telefonici, nel luglio 2018, tra Mario Santoro (amico storico di Tursi Prato, ndr) e il presidente di sezione della Corte d’Appello di Catanzaro, Marco Petrini. Si documentava l’incontro, effettivamente avvenuto il 3 luglio 2018, all’interno degli uffici giudiziari di Catanzaro fra i predetti Santoro e Petrini, così come si documentava l’incontro avvenuto tra gli stessi il 17 ottobre 2018 nei pressi della commissione provinciale tributaria di Catanzaro.

A questo punto, trasmessi gli atti alla procura salernitana, la P.G. accertava ulteriormente che il ricorso presentato dal Tursi Prato alla Corte d’Appello di Catanzaro veniva assegnato alla sezione penale della stessa Corte, il cui collegio giudicante era formato dalla dottoressa Gabriella Reillo (presidente), dalla dottoressa Francesca Garofalo (relatrice), e dal dottor Domenico Commodaro (consigliere).

Come già emerso dalle intercettazioni calabresi, il Santoro si era adoperato per l’esito positivo del ricorso del Tursi Prato. E precisamente, era emerso che la via percorsa dal Santoro per ottenere questo risultato era quella di avvicinare un amico “giudice” di Catanzaro, che si sarebbe “adoperato” al fine di influenzare la decisione “emettenda” da parte del Collegio giudicante, nel senso sperato dal ricorrente.

La circostanza che il Santoro avesse la conoscenza di un “giudice” presso la Corte d’Appello di Catanzaro era stata evidenziata dal Tursi Prato in occasione di un colloquio avuto con ADAMO NICOLA (ex vicepresidente della Regione Calabria) intrattenuto il 18.10.2017 presso l’abitazione di quest’ultimo.

In tale circostanza, il Tursi Prato Giuseppe, nel raccomandare un intervento dell’ADAMO sul direttore generale dell’Asp di Cosenza a favore proprio del Santoro, riferiva: “Nicò… tu ci credi che c’è gente… che noi sottovalutiamo, ma hanno rapporti di fiducia… Hai visto che Mario Santoro è legato con un magistrato della Corte d’Appello, il quale l’altro giorno ha portato a Raffaele (si sta parlando di Raffaele Mauro, alias Faccia di Plastica, all’epoca direttore generale dell’Asp di Cosenza, ndr), tienitelo per te, a incontrare il presidente della seconda sezione penale… a Catanzaro, perché per la verità o il presidente ha chiesto a Mario Santoro, non so cosa doveva chiedere, dice no…, dice ci parlo io con il dottore Mauro, ha detto perché non me lo porti qua che parliamo, ecco infatti l’ha portato a questo incontro a Catanzaro…”.