Coronavirus, Belvedere: tutti i dubbi sulla Tirrenia Hospital

di Saverio Di Giorno

Si pensava di aver raggiunto un punto di svolta per quanto riguardava la spinosa questione della clinica Tirrenia Hospital di Belvedere, tuttavia ci sono novità che ci danno l’opportunità di fissare qualche punto fermo.

Per fortuna i tamponi sul personale della clinica hanno dato esito negativo. Ma altrettanto negativi sono i tamponi effettuati nella Rsa luogo di lavoro del compagno della dipendente infettata. Quindi dov’è la causa? La domanda si fa più urgente.
In altri luoghi frequentati dalla donna (quali con le restrizioni di movimenti?), certo, però… c’è un però.
E questo è il punto che abbiamo più volte ribadito: bisogna controllare i pazienti e risalire a quelli passati. Solo così ci si può togliere ogni dubbio perché altrimenti potrebbe esistere un’altra fonte ancora oscura che non è né Belvedere né Bocchigliero. O l’una o l’altra.
Se non si procederà così una volta che i dipendenti rientreranno al lavoro potrebbero essere nuovamente in pericolo.
Inoltre sappiamo che è possibile anche che qualche dipendente abbia contratto il Covid e lo abbia superato risultando ora negativo. E qualche dipendente è stato male nelle settimane passate.

Le autorità sono comunque a conoscenza di queste informazioni e infatti si stanno già muovendo in questo senso ricontrollando i ricoverati dal 1° marzo. Quanti di questi ad esempio hanno avuto polmoniti forti o sintomi che sappiamo essere indicatori? Tra questi pazienti ce n’è uno che forse merita più attenzione: attualmente deceduto per Covid proveniente da Bocchigliero e transitato da Belvedere. Di questo caso sono già state messe, come detto, a conoscenza l’Asp e le autorità.

Sarà utile ricordare tra l’altro che a inizio mese il personale non aveva nemmeno tutto il materiale di protezione necessario (distribuito secondo una circolare a fine mese); qualcosa c’era, qualcos’altro i dipendenti se lo sono procurati autonomamente.
Al netto della vicenda dell’infezione, occorrerà comunque poi accertare in che condizioni erano i pazienti trasportati (da ricovero urgente?), se trasportati in sicurezza eccetera. Questo a prescindere dall’esito della ricerca. Di certo abbiamo solo una grande lezione sul senso di responsabilità civile e su una parola in precedenza troppo abusata: la sicurezza deriva dai diritti e se non è assicurata a tutti, prima di tutto ai più deboli, è in forse anche la libertà.
La storia insegna, ma non ha alunni o in questo caso sono poco attenti per cui di tutto questo pare restare solo la paura e non quello che è emerso.