Coronavirus, quante Terapie Intensive vale un voto? (di Saverio Di Giorno)

di Saverio Di Giorno

Quante Terapie Intensive (T.I.) vale un voto? Bisognerà chiederselo prima o poi perché ci risiamo. Che ci piaccia o no non solo siamo incappati nella seconda ondata ma rischiamo anche la terza. Le conferenze di Conte in tv sembrano portare indietro le lancette dell’orologio. Ma più delle conferenze, quello che porta indietro le lancette è la situazione degli ospedali. Identica o quasi a quelle di mesi fa. Eppure, ce l’avevano detto e il Covid ci ha fatto anche la cortesia di darci del tempo: questa volta poche scuse. Questa volta, però, possiamo quantificare danni e differenze. La piattaforma Openpolis mette a disposizione un osservatorio sugli appalti pubblici al tempo del Covid. Chi ha sangue freddo e coraggio può addentrarsi nel dedalo di cifre e numeri e provare a vederci meglio, a patto di spendere qualche minuto.

Uno sguardo a livello nazionale è utile per capire se siamo tra gli studenti diligenti e attivi o meno. Stiamo parlando di appalti per diversi miliardi. 13,92 per la precisione di base d’asta distribuiti tra mascherine, materiale di protezione e terapie intensive. Ma non equamente: 10 di questi in sole mascherine, meno di 1 miliardo in terapie intensive e ancora meno in altre strutture sanitarie o nei trasporti, i grandi incriminati di oggi. Non sono equi nemmeno tempi e luoghi di spese. Quasi tutto è stato speso nei mesi di marzo e aprile, nei mesi estivi nulla o poco più. Quindi, tutte spese di emergenza dettate dalla necessità (infatti solo mascherine), pochissime per prevenire una seconda ondata. E ovviamente la parte del leone la hanno fatta regioni come Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana. Il Sud contribuisce poco, ovviamente, a questi 14 miliardi: Calabria e Basilicata 10 milioni appena, meglio Campania con 350 milioni e Puglia poco più di 100 milioni. Era il tempo in cui il Sud era responsabile e diligente e non aveva bisogno di niente e di nessuno. Ora si è capito che è stato altro. La metà degli appalti (7 miliardi) affidati con procedura negoziata, altri 3 miliardi all’interno di un accordo quadro o una convenzione e poi i restanti con procedure varie tra cui affidamenti diretti.

E la Calabria come si pone? Si è già detto che per importi è una delle più basse in Italia, mentre sulla base della popolazione residente è la più bassa. Per la precisione la base d’asta degli importi è stata ad oggi di 12,23 milioni di euro. Ma per cosa sono stati usati? 5,2 per l’acquisto di tamponi, test, sistemi diagnostici ecc. 2,5 in mascherine e altri DPI e poi 1,1 a testa rispettivamente per posti di terapie intensive e infrastrutture scolastiche. Una grossa parte di queste spese è stata fatta nel mese di giugno.

Tra gli appalti più voluminosi che saltano all’occhio ci sono quelli riguardanti l’ASP di Crotone. Oltre un milione in vari appalti per l’acquisto di concentratori di ossigeno per servizi di ossigenoterapia. Altro appalto molto importante dell’ASP di Cosenza sono lavori urgenti per la terapia intensiva di Paola per la cifra di 350 mila euro, lavori di ristrutturazione con affidamento diretto. Anche l’ASP di Vibo ha acquistato dei posti in terapia intensiva (valore di 200 mila euro).

In generale, la Calabria non si fa notare, almeno questa volta, per particolari dati in controtendenza. In tutta Italia si è speso molto poco in infrastrutture e terapie intensive. Circa il 10% degli importi complessivi. E la Calabria mantiene questa linea, naturalmente con le dovute proporzioni: in Emilia il 10% significa 38 milioni di terapie intensive, in Calabria solo 1,1. Le partenze erano molto diverse per posti disponibili e questo significa che la disparità è solo aumentata.

A voler essere pignoli, c’è un aspetto in controtendenza: la modalità. Come detto, in media in Italia la metà degli appalti ha avuto procedura negoziata o altri accordi. In Emilia, ad esempio, su 660 milioni, 611 (la quasi totalità) ha avuto una procedura negoziata e nemmeno 10 milioni affidamenti diretti. In Calabria, al contrario, su 12 milioni più di 6 hanno avuto affidamento diretto. È un campanello d’allarme che potrebbe essere giustificato dall’urgenza, ma che non trova però conferma confrontando altre zone. Infine, un ultimo aspetto: mentre in Emilia si parte da una base d’asta di 659,97 milioni e vengono poi aggiudicati alla cifra di 349,74 (53%), in Calabria si parte da una base di 12,2 e vengono aggiudicati a 2,67 (21,8%). Una differenza notevole e inferiore comunque alla media italiana. Agli esperti dirà qualcosa? Se ci sono esperti volenterosi in questo periodo…

Quindi, senza infamia e senza lode. In un paese che in generale si è mosso male e in maniera disorganizzata la Calabria si è accodata con i suoi quattro spicci disponibili. Paga il fio di anni di tagli e dissesti e commissariamenti delle Asp. Magari, qualche lavoro di urgenza poteva essere fatto molto prima e ora acquistare qualcosa in più. O si poteva mangiare meno soldi per averne di più ora. Naturalmente, Openpolis fa vedere gli appalti, mentre capitolo a parte meriterebbero gli accordi con le regioni e i sub appalti di forniture e altro che in Lombardia e Campania sono già attenzionati. Resta il solito discorso: si parte da una differenza di uno a dieci ed entrambi destinano il 10% degli appalti alle TI. Però al Nord significa decine di milioni e al Sud 1. Ogni posto di TI vale circa 80 mila euro. Al Nord acquisti 475 posti al Sud 13. Il rapporto a fine emergenza sarà di 3 a 100. Cioè, quando il Covid sarà un brutto ricordo, la disuguaglianza si sarà moltiplicata e quello che vale per i posti in terapia intensiva vale per tutto. A fine emergenza sanitaria avremo un’emergenza sociale. Ogni emergenza non fa che inasprire i problemi.

Ma dai calcoli pratici la mente cede alla tentazione di quelli teorici, paradossali, mostruosi. Quanto avremmo avuto in più da spendere se non avessimo dovuto prima mettere apposto l’ospedale di Paola o varie scuole? Quanto avremmo avuto in più se avessimo votato diversamente? Si sono venduti voti anche a 50 euro a volte, il che significa che 6.000 preferenze sono 300.000 euro. 4 posti in terapia intensiva. E questo per stare bassi. Forse è meglio un voto, un posto di lavoro, un posto in meno in TI? Quante TI vale un voto?