Cosenza, la “mazzetta” del prefetto: chi è il “regista”? La Galeone e la ludopatia

L’altra sera nel Tribunale di Cosenza è andato in scena il tragicomico confronto tra l’ex prefetto di Cosenza, Paola Galeone, accusata di avere intascato una mazzetta di 700 euro, e la sua accusatrice Cinzia Falcone, imprenditrice del settore dell’accoglienza dei migranti, che l’ha denunciata alla polizia il 30 dicembre del 2019. La vicenda ha avuto grande risalto mediatico ma restano ancora tanti i punti oscuri dell’accaduto e finalmente abbiamo saputo la strategia difensiva dell’ex prefetto: quella mazzetta – a suo dire – è stata infilata nella sua borsetta a sua insaputa. Ma si è parlato anche di altro, per esempio dei 300 mila euro che l’imprenditrice dichiara di accreditare dalla Prefettura per la gestione del centro migranti di Camigliatello Silano e che sarebbero stati alla base del rapporto tra lei e la Galeone.

Nessuno – tranne noi – ha finora scritto quello che sembra un dato acclarato da tutti ma che stranamente non emerge. Paola Galeone sarebbe affetta da una forma molto grave di ludopatia e la conseguenza di questa malattia a tutti gli effetti l’avrebbe portata a fare sciocchezze incredibili per cercare più denaro possibile e a quanto pare non solo con Cinzia Falcone. Del resto, chi è “schiavo” del gioco ricorre a tutti gli espedienti possibili per rastrellare soldi da utilizzare per la pressoché infinita varietà di “tavoli” o “macchinette”, a seconda della tipologia della ludopatia. Malattia che affligge spesso e volentieri anche chi ha ruoli di grande responsabilità, come nel caso della Galeone. Ipotesi e congetture, ovviamente, che fanno parte del quadro investigativo generale e di conseguenza filtrano anche in molti “luoghi sensibili” della città, a cominciare dalla procura.

Già, la procura o meglio il porto delle nebbie… In molti si interrogano sull’effettivo ruolo del procuratore capo ovvero il Gattopardo Spagnuolo. Nella migliore delle ipotesi il magistrato sarebbe il “garante” del “trappolone” innescato ai danni della Galeone, nel senso che ci ha messo la firma ed ha avvalorato le indagini della Squadra mobile. Ma sono in tanti a non credere che nella Squadra mobilie di Cosenza ci fossero o ci siano ancora “superpoliziotti”, al massimo bravi poliziotti che fanno bene il loro mestiere ma nulla di più. Insomma, sono in pochi a credere che questa indagine sia tutta farina del sacco della Squadra mobile. E allora c’è chi pensa che sia proprio il Gattopardo il “regista” di tutta questa squallida vicenda innescata per far fuori il prefetto, anche se ancora non se ne conoscono i retroscena. Ma prima o poi lo sapremo. Basta solo saper aspettare.