Cosenza, sanità incappucciata: Mauro, “don” Romano, il pessimo Morra e le manovre della malapolitica

Raffaele Mauro

L’operazione “Sistema Cosenza” ha tanti difetti. Lo si è scritto e riscritto. È tardiva e manca dei pezzi più interessanti, quelli politici. Questi però per forza di cosa rientrano nelle conversazioni. Sia in quelle comprese nell’ordinanza (diverse delle quali omissate), sia in quelle comprese nei cosiddetti brogliacci (dalle quali sono state sdoganate ai media le ultime parole famose di Franco Pacenza: “… Se salta Cosenza, salta tutto”. Del resto, non potrebbe essere altrimenti, data la mistura perfetta tra sanità e politica a Cosenza e seppure le conversazioni non abbiano rilevanza penale (ovviamente) offrono un interessante spaccato sociale per capire come si pongono le dinamiche.

Un caso è quello della conversazione tra Cesira Ariani e Mauro. Siamo a inizio di febbraio 2019 e Mauro ha appena dato le dimissioni. La conversazione è inframezzata da omissis. È interessante capire come Mauro inquadra la sua situazione: la inserisce in un contesto politico. Gli viene a mancare l’appoggio politico e sente che le continue richieste (di bilancio e fatture) arrivate proprio in quel momento non siano casuali. Mauro si sta sfogando con la compagna, Cesira Ariani appunto, in merito alle accuse che gli vengono “affibbiate”, cioè di essere uomo di Adamo o viceversa di Gentile o della “zona grigia”. Facendo finta (sic !) di non sapere che Adamo o Gentile è la stessa cosa… Lui, però, dice che viene attaccato per colpire in realtà il politico di turno…

Mauro: tramite … il tuo tramite rompevano il cazzo a me così come mio tramite volevano rompere il cazzo a Oliverio ed è da tempo anche quando c’erano Urbano (?) e Scura … perché il problema non ero io … il problema era il rapporto tra loro ed Oliverio e siccome io sono stato sempre individuato come espressione di Oliverio e di Adamo … per sparare a loro … sparavano a me … hai capito la cosa …

Cesira: veramente ti hanno anche affibbiato Gentile e company… 

È chiaro che non parlano della stampa. Parlano di silurate interne. Questa è l’impressione se si inquadrano le battute iniziali della discussione. Mauro dice “il dado è tratto” e Cesira dice di essere stata da Romano che poi diventa don Romano. Mauro è interessato al parere di don Romano su una vicenda che però è sotto omissis.

Romano, che poi diventa don Romano, non è certo l’ultimo arrivato. Si tratta di Romano Musacchio, già Direttore Sanitario dell’ASP, medico nefrologo, parente acquisito del direttore generale Mauro (Musacchio è infatti sposato con una delle sorelle della famigerata Cesira Ariani, compagna di Mauro). Ma soprattutto fratello di loggia di Faccia di plastica, come emerge persino dalle denunce dell’ex presidente dell’Antimafia Rosi Bindi, che ha scritto più volte che nell’Asp di Cosenza si annidano massoni deviati a tutta forza, al contrario di chi ha preso il suo posto, il pessimo Morra, che quando si tratta di massoneria “non vede, non sente e non parla”. 

Per favorire “don Romano”, Mauro ha addirittura previsto lo spostamento del reparto di dialisi da Rossano a Castrovillari: l’unica “logica” che è alla base della ignobile decisione è sempre la stessa che ha “guidato” il direttore Mauro sin dal suo insediamento e cioè quella di favorire i suoi sodali, fregandosene di ciò che comporta, a discapito dei cittadini.

Nel caso specifico, spostare la struttura complessa di “Nefrologia e Dialisi” dall’Ospedale Spoke di Rossano-Corigliano all’Ospedale di Castrovillari significava solo una cosa: assicurare la direzione di una struttura complessa al Dott. Romano Musacchio, all’epoca (siamo nel 2017) direttore perdente posto della struttura complessa di Dialisi di Castrovillari, cassata dal Commissario Scura.

Musacchio è stato messo da Mauro fino al 2022 direttore dell’unità complessa di Castrovillari di Nefrologia e dialisi e nelle intenzioni dovrebbe conservare anche il comando sul Centro di dialisi di Cosenza, avendo indicato un soggetto di sua fiducia. Musacchio non intendeva perdere in alcun modo il comando sulla struttura cosentina e Mauro gli ha dato carta bianca, lo stesso colore dei grembiulini che indossano entrambi. Ci auguriamo che queste situazioni molto gravi possano essere sanate al più presto dal nuovo commissario,

Ma torniamo alle paturnie di Mauro nella sua conversazione con la compagna. Faccia di plastica aggiunge: “… Col collegio sindacale stamattina è stata l’ennesima conferma … figurati che erano rizelati anche quelli del collegio sindacale per tutti i quesiti che hanno posto …. su un binario la struttura commissariale .. sull’altro la Corte dei Conti che per quanto dire perchè nel collegio sindacale c’è anche quello del Ministero della salute nominato dai cinque stelle, quello di Bergamo .. che poi è di Santa Severina … lavora a Bergamo vive a Bergamo ma è di Santa Severina …”. 

Mauro è convinto di essere nel giusto. Ma anche di essere stato fregato. Ripete che le direttive vengono dall’alto e loro le hanno solo applicate. Decisioni prese in riunioni con tutti i commissari “e alla fine siamo noi gli scemi?” si chiede Mauro. E di qui parte la sua ricostruzione. Secondo lui chi “sta sopra” studia sempre un modo per fregare chi sta sotto e lui è rimasto fregato ed è stato usato per “rompere il cazzo a Oliverio”. Insomma da quel che si evince Mauro è messo alle strette per varie questioni, ma secondo lui la responsabilità non è sua. Non solo, ma c’è un disegno dietro (evidentemente politico) e l’obiettivo è Oliverio.

Sia ben chiaro: Mauro non è una “verginella” e non è nemmeno il martire che dipinge però pone un tema su cui vale la pena riflettere e che va al di là della singola situazione sanitaria. Mauro in una precedente conversazione è ancora più chiaro: “il problema è romano”, vogliono prendersi Cosenza e metterci i loro perché sono cambiati gli equilibri politici.

Ancora una volta, questa è la dimostrazione della politica centrale che è al corrente di tutti i malfunzionamenti, ruberie, ma conserva anche carte, fatture, documenti che poi possono tornare utili. Quando? Quando bisogna spingere qualcuno a uscire di scena in silenzio. Allora cominciano inchieste, indagini, approfondimenti e persino un’ipotetica operazione di chiarezza o pulizia diventa funzionale al potere.

Bisogna segnarlo e tenerlo a mente quando si vedono grandi stravolgimenti o cambiamenti. Capire bene perché avvengono in quel momento. Forse semplicemente la pedina non è più utile al nuovo-vecchio Potere. Ma non solo. Quando tutti, ma proprio tutti, hanno preso contezza che dentro gli uffiici dell’Asp ci sono cimici e microspie a tavoletta e quando anche Palla Palla ha capito che tutti i traffici con “zio Mario” Santoro per favorire il gruppo paramafioso de iGreco e per coprire le magagne delle sale operatorie di Castrovillari sono venute fuori, l’unica decisione possibile è quella di “dimissionare” Mauro e sperare che i “fratelli” del porto delle nebbie e dei media venduti al potere riescano a coprirlo fino a quando è possibile. Oggi evidentemente tutto questo non è più possibile ed è del tutto evidente che qualcuno si sta muovendo per fare uscire finalmente tutto il marcio che c’è, Altrimenti il procuratore Gattopardo del porto delle nebbie mai e poi mai avrebbe mandato al confino il massone Mauro e tutta la sua cricca.