Crotone, ecco i “poteri forti” che hanno salvato il Chievo

A Crotone c’è tanta delusione per le decisioni del Tribunale Federale Nazionale, che prima non ha inteso procedere contro il Chievo Verona, affidandosi a un cavillo per scrollarsi di dosso la patata bollente della retrocessione dei clivensi, impelagati fino al collo nello scandalo delle plusvalenze. E poi, dopo il nuovo deferimento, ha spostato la sentenza a settembre, negando di fatto la Serie A al Crotone. E, come sempre accade, gli addetti ai lavori non ci hanno messo molto a capire quali sono stati i “poteri forti” che hanno salvato il patron traffichino Campedelli a danno del Crotone.

La chiave di tutto per arrivare a neutralizzare la mano del giudice Roberto Proietti, che ha emesso la sentenza, è un altro giudice, certamente più importante ed influente di lui, che risponde al nome di Pasquale De Lise, detto anche il giudice nababbo, a sua volta legato a doppio filo al presidente della Lazio Claudio Lotito, nella cui “cricca” – come tutti sanno – trova un posto di primo piano anche il presidente del Chievo Luca Campedelli (come da vignetta…), già salvato in altre circostanze dalla retrocessione grazie ai buoni uffici del potentissimo signor Lotito.

PASQUALE DE LISE, IL GIUDICE NABABBO

Per farvi capire meglio chi è Pasquale De Lise, nato a Boscotrecase (Napoli) il 6 febbraio 1937, magistrato, ex presidente del Consiglio di Stato, basta seguire la rete e fare attenzione ai passaggi determinanti.

“… Amico della Cricca, grande accumulatore di incarichi e retribuzioni, a forza di poltrone, è diventato uno degli uomini più ricchi di Roma…”. (Gianfrancesco Turano, L’Espresso, 12 gennaio 2012)

«In 50 anni di attività ha ricoperto tutti i ruoli apicali della giustizia amministrativa, è stato capo gabinetto presso il ministero del Bilancio, della Programmazione economica, dei Trasporti, per 3 volte al ministero del Tesoro; capo ufficio legislativo di una infinita lista di ministeri, è stato membro di tutte le Commissioni che contano, ha espresso pareri per la riforma del sistema delle Autorità indipendenti e le riforme istituzionali. Presidente di sezione della Commissione tributaria regionale del Lazio, presidente della Commissione istituita presso la presidenza del Consiglio dei ministri per l’attuazione delle direttive comunitarie che ha redatto il codice dei contratti pubblici.

Giudice del Tribunale supremo militare, componente del Comitato per le pensioni privilegiate ordinarie, componente del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Ha collezionato tutte le più prestigiose onorificenze al merito. Oggi il pensionato De Lise (…) è ovviamente presidente emerito del Consiglio di Stato, presidente della Commissione di garanzia per la giustizia sportiva presso la Federcalcio, componente del Comitato etico dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, della Commissione scientifica consultiva sul codice della Pubblica amministrazione» (Milena Gabanelli) [Cds 4/3/2013]

«(…) Amico dell’ex presidente Franco Carraro, che nel 2005 lo confermò alla guida della Corte federale, in piena tempesta Calciopoli si era autosospeso per il conflitto tra la carica sportiva e la presidenza del Tribunale amministrativo. La nuova Federcalcio di Giancarlo Abete (…) ha deciso di nominarlo presidente della commissione di garanzia della giustizia sportiva» (Corrado Zunino) [Rep 25/10/2007]

“… Con De Lise… è stata segnalata l’ascesa di due suoi fedelissimi, Roberto Proietti e Salvatore Mezzacapo, nel consiglio di presidenza che sovraintende la giustizia amministrativa (Primo Di Nicola, L’Espresso, 27 dicembre 2007)

IL LEGAME CON LOTITO

Il legame con Claudio Lotito si stringe nel 2008 quando il patron laziale è decisamente nei guai con la Consob insieme con il suo delfino Mezzaroma, al quale, com’è noto, ha lasciato in mano la Salernitana. E così il 16 luglio 2008, come riporta Lazio.net “… il Tar ha accolto i ricorsi di Claudio Lotito, presidente del Cda della Lazio, e di Roberto Mezzaroma contro la delibera della Consob che ha sterilizzato i diritti di voto detenuti nella Lazio dal presidente biancoceleste. Nel dispositivo di sentenza, la prima Sezione del Tar, presieduta da Pasquale De Lise, accoglie i ricorsi e annulla l’impugnato provvedimento…”.

Sarà certamente un caso o una coincidenza, ma da allora i grandi media si interessano degli stratosferici investimenti della famiglia De Lise. 

«… De Lise ha saputo investire. Il patrimonio immobiliare intestato a lui, alla moglie Gabriella Speranza, alle figlie Flavia e Fabiana, moglie di Leozappa, è nell’ordine di decine di milioni di euro e si concentra nelle zone top dell’immobiliare italiano. A Roma i De Lise hanno 112 vani complessivi e vari locali commerciali tra la centralissima via del Seminario e il quartiere Parioli dove il magistrato frequenta il circolo Antico tiro a volo insieme al suo grande sponsor Gianni Letta e a un Gotha di giuristi, ex ministri e gran commis (…). Solo le proprietà romane dei De Lise valgono ben oltre 20 milioni di euro. Vanno poi aggiunte una villa a Golfo Pevero in Costa Smeralda e tre villette all’Argentario (…)

… I De Lise hanno fatto investimenti d’oro anche a Cortina d’Ampezzo. Oltre alla residenza dove hanno come vicini di casa Gianni Mezzaroma e i suoi figli: Cristina, moglie di Claudio Lotito, Carlo, marito di Mara Carfagna… la signora De Lise possiede 13 vani in centro (corso Italia a Roma), poi altri locali commerciali (Gianfrancesco Turano, L’Espresso, 12 gennaio 2012).

Qualcuno diceva che a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca… Ai posteri l’ardua sentenza.