Don Magorno bastonato dai sindaci del Tirreno. Praticò: “Scendi dal piedistallo”

Don Magorno bastonato dai sindaci del Tirreno

Ha mandato il suo galoppino, Pino Pascale, vicesindaco di stretta osservanza cinghialesca, alla riunione dei sindaci dell’Ambito Territoriale Ottimale – Distretto Socio Assistenziale di Praia-Scalea e non è riuscito a biascicare una sola parola in difesa del suo sindaco, mentre il sindaco di Praia a Mare Praticò lo strapazzava come un fanciulletto dell’asilo.

Ci siamo divertiti, ieri sera, a vedere le riprese della riunione, quando Praticò lo chiamava in tutti i modi, e Pascale – con la testa bassa – non riusciva a dire niente. I sindaci si sono schierati tutti con Praticò, e hanno tutti chiesto che la struttura amministrativa restasse così com’è, mentre Magorno ne aveva chiesto la chiusura ed il successivo commissariamento.

E’ stato il rappresentante della Regione Calabria a elencare i rischi che il Tirreno corre, con la mossa di Don Magorno, ed  ha subito avvertito tutti i presenti dichiarando: “Se si arriva alle dimissioni di Praticò, la Regione sarà costretta a commissariare e si perderanno mesi,  finanziamenti e soprattutto tutti quei benefici che si erogano a livello sociale”. E poi l’affondo contro il Don Magorno, che ha trovato pane per i suoi denti in un Praticò, che come al suo solito non le manda  dire. “Scendi dal piedistallo, ha detto, e se hai coraggio vieni qui davanti a tutti i sindaci a chiedere le mie dimissioni e il blocco dei servizi”.

Dalle agenzie di stampa, apprendiamo che ieri Don Magorno ha tenuto una conferenza stampa, dove ha fatto le sue solite buffonesche dichiarazioni alle quali nessuno più crede, paventando una improbabile lobby di potere contro la sua elezione e contro Diamante, che lui stesso sta contribuendo a distruggere. Su questo ipotetico attacco, a detta sua, c’è anche chi contrasterebbe lo spostamento della sede INPS da Scalea a Diamante, e che nella sua megalomania porterebbe chissà quali benefici, ai quali nessuno crede se non il suo staff.

E anche qui, Don Magorno è stato attaccato da Praticò e dagli altri sindaci del circondario di Scalea, che non sarebbero stati interpellati per una eventuale sede nei loro paesi, più vicini a quelli di Scalea. Una manovra certa fatta da Don Magorno in combutta con qualche funzionario dell’INPS, per accaparrarsi indebitamente di un ufficio. Il soggetto ormai ci ricorda sempre di più il sindaco di Cosenza Occhiuto, fissato con le luci di Natale, le luminarie, le feste per le strade e come facevano i Borboni, le forche per chi si mette contro di lui. Ma, come per Occhiuto, la pacchia sta per finire. Prima o poi la verità viene sempre a galla.