Il cardinale Bertello scardinerà l’omertà della chiesa cosentina?

Il cardinale Giuseppe Bertello, governatore dello Stato della Città del Vaticano, è stato a Cosenza qualche giorno fa per raccogliere informazioni dai massimi esponenti della curia cosentina sul caso del sacerdote indagato per molestie nei confronti di un ragazzino di 12 anni.

Papa Francesco ormai da più tempo sta sostenendo l’esigenza di fare pulizia nella chiesa italiana, ragion per cui non verranno più sottovalutati casi gravi come quello avvenuto a Cosenza nei giorni scorsi.

La missione del cardinale Bertello si presta a diverse considerazioni.

Se l’alto prelato del Vaticano ha ristretto la sua missione soltanto agli ambiti ecclesiastici, difficilmente arriverà alla verità. Non è sfuggita a molti la sua presenza in città, nel mese di luglio dello scorso anno, in occasione dei festeggiamenti per i 50 anni di sacerdozio di monsignor Salvatore Nunnari. Se ne deduce, dunque, che ci potrebbero essere rapporti di cordialità con l’ex vescovo di Cosenza. E questo potrebbe avere impedito, almeno finora, una serie di ricerche a più ampio raggio da parte della Santa Sede inseguendo la verità rispetto a quanto accaduto in una scuola media di Cosenza tra un sacerdote e un ragazzino.

Viene da chiedersi, allora, se il cardinale Bertello riuscirà a scardinare l’omertà della chiesa cosentina.

Bisognerebbe chiedere al vescovo che ha preceduto monsignor Nolè, per esempio, come mai non intervenne il Vaticano all’epoca dei fatti che coinvolsero Padre Fedele Bisceglia. E come mai, dopo la sentenza definitiva di assoluzione perchè il fatto non sussiste pronunciata dal Tribunale di Catanzaro, nessuno ha cercato un incontro con Padre Fedele. Eppure, i vescovi dovrebbero essere i pastori della comunità e dovrebbero sentire il profumo delle pecore da riportare all’ovile, come spesso ripete lo stesso Papa Francesco.

Il fatto che il cardinale Bertello sia venuto a Cosenza in missione è molto importante e fa onore a Papa Bergoglio ma non cancella le colpe di omissione della diocesi cosentina, che invece rimangono tutte.